Indice
- 1 Gli ultimi dati dal telescopio James Webb mostrano un aumento delle probabilità di impatto lunare nel 2032
- 2 Dal pericolo terrestre all’allarme lunare: com’è cambiata la traiettoria
- 3 Il ruolo del telescopio Webb e il rialzo delle probabilità
- 4 I limiti attuali e la prossima finestra di osservazione
- 5 Un laboratorio naturale per la scienza, non un motivo di allarme
Gli ultimi dati dal telescopio James Webb mostrano un aumento delle probabilità di impatto lunare nel 2032
C’è un nuovo sorvegliato speciale nel cielo: si chiama 2024 YR4 e, secondo gli ultimi calcoli, potrebbe colpire la Luna entro la fine del 2032. La probabilità, seppur contenuta, è salita al 4,3%, stando alle proiezioni più aggiornate della NASA e dell’Agenzia Spaziale Europea. L’asteroide era già salito agli onori delle cronache nei mesi scorsi per il suo potenziale impatto con la Terra. Oggi, invece, sembra aver messo nel mirino il nostro satellite naturale, e questo ha riacceso l’interesse degli esperti. Il corpo celeste, grande quanto un palazzo di dieci piani, rappresenta un rischio non trascurabile per la superficie lunare.
Dal pericolo terrestre all’allarme lunare: com’è cambiata la traiettoria
Quando è stato rilevato per la prima volta nel dicembre 2023, YR4 è stato immediatamente classificato tra gli oggetti potenzialmente pericolosi. Nei primi mesi del 2024 il rischio di impatto con la Terra era cresciuto fino al 3,1%, una percentuale mai vista prima per un NEO di tali dimensioni.
A febbraio, però, grazie a nuovi dati raccolti dai sistemi NASA, la minaccia per il nostro pianeta è stata ufficialmente revocata: la probabilità è scesa fino allo 0,004%, praticamente nulla. L’attenzione si è così spostata sulla Luna, sempre più vicina all’orbita stimata dell’asteroide. Il passaggio ravvicinato previsto per il 22 dicembre 2032 resta sotto stretta osservazione.
Il ruolo del telescopio Webb e il rialzo delle probabilità
A far crescere l’allarme lunare sono stati i dati raccolti a marzo e maggio dal James Webb Space Telescope, durante una sessione straordinaria dedicata proprio a YR4. Le misurazioni effettuate con una sofisticata telecamera a infrarossi hanno permesso di perfezionare l’orbita dell’asteroide, portando la stima del rischio d’impatto dal 3,8% al 4,3%.
“La precisione con cui oggi possiamo tracciare YR4 è migliorata di quasi il 20%”, ha comunicato la NASA. Per l’astrofisico Pawan Kumar, già in forze all’Indian Institute of Astrophysics, l’impatto con la Luna non avrebbe effetti significativi sulla sua orbita. Anche nel caso in cui si generassero frammenti rocciosi, ha aggiunto, “non costituirebbero un pericolo per la Terra, poiché verrebbero disintegrati dall’atmosfera”.
I limiti attuali e la prossima finestra di osservazione
Il problema, ora, è che l’asteroide si sta allontanando troppo per essere osservato. Sia dai telescopi spaziali che da quelli terrestri non è più possibile seguirne la traiettoria in tempo reale. Gli astronomi dovranno attendere la fine del 2028, quando YR4 tornerà a transitare più vicino al Sole e alla Terra.
Solo allora si potranno ottenere nuovi dati per confermare o smentire le ipotesi attuali. Intanto, la comunità scientifica si prepara allo scenario più interessante: un eventuale impatto visibile dalla Terra, in grado di creare un nuovo cratere lunare, senza alterare l’equilibrio del nostro sistema.
Un laboratorio naturale per la scienza, non un motivo di allarme
Secondo gli scienziati coinvolti nel monitoraggio, se mai YR4 colpisse davvero la Luna, sarebbe una formidabile opportunità di ricerca. L’evento potrebbe essere studiato in tempo reale, fornendo nuovi dati sui processi di formazione dei crateri, sulle dinamiche d’impatto e persino sull’eventuale dispersione di frammenti lunari.
La NASA sottolinea come YR4 sia un “ottimo candidato per testare le strategie di difesa planetaria”, grazie alle sue caratteristiche fisiche e al suo comportamento orbitale. Anche se la minaccia per la Terra è scongiurata, l’attenzione resterà altissima nei prossimi anni. L’ipotesi – remota ma non impossibile – che influenze gravitazionali esterne, come quella di Giove, possano alterare ancora la rotta dell’asteroide, mantiene alta la guardia della comunità scientifica.