Piantare alberi può aumentare le emissioni di CO2: l’allarme ONU

I progetti di riforestazione rischiano di aggravare la crisi climatica alimentando incendi e rilasciando più carbonio

Una strategia fondamentale contro il cambiamento climatico è stata per anni quella della riforestazione e della protezione delle foreste. L’idea di piantare alberi per assorbire la CO₂ sembra solida. Tuttavia, l’Istituto ONU per l’Acqua, l’Ambiente e la Salute (UNU‑INWEH) mette in guardia: sta diventando una scelta potenzialmente pericolosa. Il rapporto “Beyond Planting Trees” evidenzia come politiche basate solo su piantumazioni e crediti di carbonio abbiano ignorato i rischi crescenti di incendi boschivi, alimentati da ondate di calore e siccità estreme. In Canada, Siberia, Australia e Amazzonia, incendi record hanno trasformato le foreste, un tempo pozzi di carbonio, in eruttori netti di gas serra. Il documento rivela che la mancanza di un monitoraggio dinamico del rischio incendi mina l’efficacia ecologica dei progetti di compensazione.

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Il mercato del carbonio volontario sotto accusa

A preoccupare è il sistema attuale dei crediti di carbonio volontari. Aziende inquinanti finanziano la riforestazione per “azzerare” le proprie emissioni, ma lo fanno su basi scientifiche ormai obsolete. Secondo la relatrice Ju Hyoung Lee, le certificazioni come Verra si basano su dati storici, non includendo gli incendi devastanti degli ultimi 5 anni. In California stesso, il 2024 ha visto incendi cancellare foreste gestite da programmi pubblici di compensazione: il rischio è che invece di ridurre, queste misure possano aumentare le emissioni future.

Dati recenti rivelano un trend drammatico

Il rapporto evidenzia che nel 2023 in Canada gli incendi hanno emesso più gas serra di quasi tutti i Paesi, esclusi Cina e India. I modelli attuali non considerano ancora il peggioramento delle condizioni climatiche globali, e i progetti di riforestazione rischiano di crearsi un fine contrario. Senza un’analisi proattiva basata su osservazioni satellitari, le foreste “protette” vengono lasciate vulnerabili a un ciclo autodistruttivo.

Integrare il monitoraggio satellitare per non fallire

Il documento Beyond Planting Trees suggerisce l’uso di satelliti per analizzare in tempo reale crescite arboree e accumulo di carburante vegetale. Le aree a alto rischio d’incendio dovrebbero essere escluse dai progetti di compensazione o sottoposte a misure attive (come sfalci controllati, pascolo, irrigazione). Queste soluzioni già applicate in regioni secche potrebbero contribuire a rafforzare la resilienza forestale.

Il ruolo imprescindibile della gestione attiva

L’UNU‑INWEH, guidato da Kaveh Madani, sostiene che la difesa delle foreste passi per una gestione attiva, non solo passiva. I modelli di mitigazione climatica devono integrare fattori locali come precipitazioni, umidità del suolo, ondate di calore, per prevedere e prevenire incendi. “Forests are our powerful allies…” afferma Madani, ed è ora necessario passarli da rifugi statici a sistemi dinamici e resiliente.

Rischi delle monocolture e perdita di biodiversità

Progetti di riforestazione spesso favoriscono monocolture (piantagioni dense di un’unica specie) perché più facili da misurare e certificare. Tuttavia, queste semplificazioni ecologiche ridimensionano la biodiversità, impoveriscono il suolo e aumentano la vulnerabilità ai parassiti e agli incendi. Una monocoltura, con fogliame omogeneo e rami secchi, è combustibile perfetto per grandi roghi, aggravando gli impatti climatici anziché mitigarli.

Soluzioni innovative: proforestation, pascolo strategico, sfalci mirati

Il rapporto indica pratiche alternative alla semplice piantumazione. Tra queste, la proforestation, conservazione delle foreste esistenti, che garantisce sequestri di carbonio più rapidi e duraturi rispetto alle riforestazioni . Inoltre, si suggerisce di integrare misure di gestione come sfalci controllati, pastorizia strategica e raccolta selettiva della biomassa nelle aree ad alto rischio. Questi interventi migliorano l’umidità del suolo, diminuiscono il carico di carburante e rendono le foreste più resistenti.

Un futuro forestale sostenibile e sicuro

Il messaggio dell’ONU è chiaro: riforestare senza governance competente è età della illusioni. I contratti climatici devono trasformarsi in accordi dinamici che considerino rischi reali, usando dati satellitari, sorveglianza continua e gestione territoriale. Solo così potremo garantire che le foreste restino alleate nella lotta al clima, non minacce mascherate.

Fonte:

E&E News

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