Indice
- 1 Più potente del fentanyl, più facile da comprare online e potenzialmente letale. Il “nitazene” arriva anche nel nostro Paese e ha già fatto la sua prima vittima: un trentenne di Brunico, in Alto Adige
- 2 Acquisti sul web e criptovalute: la nuova via del narcotraffico
- 3 Nitazeni: un cocktail di molecole invisibili e mutanti
- 4 L’indagine di Bolzano apre un caso nazionale
- 5 L’allarme del dark web e il vuoto normativo
- 6 Un click verso l’abisso
Più potente del fentanyl, più facile da comprare online e potenzialmente letale. Il “nitazene” arriva anche nel nostro Paese e ha già fatto la sua prima vittima: un trentenne di Brunico, in Alto Adige
L’allerta è scattata con l’ufficializzazione della prima vittima accertata: in Italia è arrivato il nitazene, l’oppioide sintetico che sta terrorizzando l’Europa. Cento volte più forte della morfina e venti volte più del fentanyl, è bastata una sola dose per uccidere un ragazzo di 30 anni a Brunico, in Alto Adige. Si tratta del primo decesso accertato nel Paese legato a questa sostanza, come confermato oggi dalla Procura di Bolzano.
Il procuratore Axel Bisignano ha spiegato che l’indagine, particolarmente complessa, ha richiesto la collaborazione del RIS di Roma. Tutto è iniziato un anno fa, con la morte improvvisa del giovane, apparentemente senza cause mediche note. Dopo l’autopsia, gli esami tossicologici hanno svelato la presenza di tracce di nitazene, mai individuate prima in Italia. Una sola assunzione, spiegano gli esperti, può risultare fatale. Questo oppioide sintetico agisce in modo rapidissimo sul sistema nervoso centrale, provocando arresto respiratorio anche in soggetti sani.
Acquisti sul web e criptovalute: la nuova via del narcotraffico
Le indagini hanno portato all’arresto di un altro trentenne, sospettato di aver ceduto la sostanza alla vittima. Analizzando computer e smartphone, gli investigatori hanno scoperto un sistema di approvvigionamento online: il nitazene veniva acquistato su siti esteri e pagato con criptovalute per eludere ogni tracciamento. Il procuratore Bisignano ha spiegato: “Siamo di fronte a un fenomeno nuovo anche per l’Alto Adige. Sostanze sintetiche altamente pericolose sono oggi facilmente reperibili sul web, spesso mascherate da campioni di laboratorio”.
Dietro un semplice click si nasconde un mercato digitale che consente di ricevere a casa polveri non testate, provenienti da laboratori chimici in Asia o Europa orientale. Bastano pochi milligrammi per un effetto letale. In alcuni casi la droga arriva direttamente al cliente finale, in altri viene rivenduta, creando una catena invisibile di distribuzione.
Nitazeni: un cocktail di molecole invisibili e mutanti
Il nitazene appartiene a una famiglia di oppioidi sintetici nati negli anni ’50 come antidolorifici, poi dimenticati e riscoperti dai laboratori clandestini del web. A differenza del fentanyl, i nitazeni non hanno ancora una regolamentazione uniforme: i produttori modificano lievemente la formula chimica per sfuggire ai controlli, dando vita a molecole sempre nuove — etonitazene, metonitazene, isotonitazene, fino alle varianti più recenti.
Questa continua mutazione rende le sostanze difficili da riconoscere anche nei test tossicologici. E in molti casi, neppure l’uso del naloxone, l’antidoto comunemente impiegato per le overdose da oppioidi, risulta efficace.
Il risultato è un pericolo silenzioso, difficile da monitorare e ancora più difficile da fermare. Come spiega una fonte investigativa, “una sola dose può bloccare la respirazione prima che chi la assume abbia il tempo di chiedere aiuto”.
L’indagine di Bolzano apre un caso nazionale
Il lavoro della Procura di Bolzano ha segnato un punto di svolta. Non si tratta solo di un caso di cronaca locale, ma del primo episodio documentato in Italia di morte causata da nitazeni. L’inchiesta ha permesso di ricostruire l’intera filiera, dal pagamento in cripto al pacco postale contenente la sostanza.
Il RIS di Roma ha identificato nel campione sequestrato un composto mai registrato prima nei database tossicologici italiani. La droga, spiega la Procura, era confezionata in bustine ermetiche con etichette pseudo-scientifiche, come “Research Chemical – Not for human use”, una formula che consente di aggirare le leggi sugli stupefacenti.
Inoltre, gli investigatori hanno riscontrato che la potenza del nitazene è tale da essere assorbita anche per via cutanea: basta toccare accidentalmente la polvere per correre rischi gravi. È la prova che questa nuova ondata di sostanze rappresenta una sfida senza precedenti per le forze dell’ordine e la sanità pubblica.
L’allarme del dark web e il vuoto normativo
Dietro la tragedia di Brunico si nasconde un problema globale. Mentre l’attenzione mediatica resta puntata sul fentanyl, il dark web si è già spostato oltre, proponendo analoghi ancora più potenti. I designer drugs cambiano formula a ogni aggiornamento di legge, e i marketplace digitali si moltiplicano.
In altri Paesi europei, Germania, Svezia e Regno Unito, i nitazeni hanno già causato centinaia di decessi. In Italia, questo è solo l’inizio. “Il caso di Brunico è un segnale d’allarme, non un episodio isolato”, avverte Bisignano. Gli esperti chiedono la creazione di un protocollo nazionale di allerta precoce, capace di individuare rapidamente nuove molecole e bloccarne la diffusione prima che diventino di uso comune.
Un click verso l’abisso
Il “nuovo oppio digitale” non arriva più dalle strade, ma dalle connessioni. In un mondo dove la droga si compra online come un pacco di caffè, il nitazene è solo l’ultima dimostrazione di quanto sia facile varcare la soglia tra curiosità e tragedia. La sua potenza, la facilità di reperibilità e l’assenza di controllo lo rendono una minaccia perfetta. Un click, una busta, una polvere invisibile. E la vita finisce prima che qualcuno capisca cosa è successo.
