Erba di San Giovanni e le interazioni con i farmaci

Può ridurre l’efficacia di antidepressivi, anticoncezionali e antiepilettici: ecco perché l’uso dell’erba di San Giovanni richiede attenzione medica

Usata da secoli per migliorare l’umore, l’erba di San Giovanni è ancora oggi tra i rimedi naturali più popolari per trattare depressioni lievi o moderate. Derivata da una pianta officinale (Hypericum perforatum), contiene sostanze come ipericina e iperforina, che sembrano influenzare i neurotrasmettitori cerebrali legati all’umore. Tuttavia, nonostante la sua origine naturale, l’erba di San Giovanni può interagire in modo pericoloso con diversi farmaci, influenzandone l’efficacia o aumentando il rischio di effetti collaterali. In particolare, la sua capacità di agire come induttore enzimatico epatico rappresenta un rischio spesso sottovalutato da chi assume altri medicinali. Ecco sei interazioni farmacologiche documentate che è importante conoscere.

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Può ridurre l’efficacia dei contraccettivi e aumentare il rischio di gravidanza

Non influisce su tutti i metodi, ma serve cautela

L’erba di San Giovanni può accelerare il metabolismo dei contraccettivi ormonali, rendendoli meno efficaci. Questo vale per le pillole combinate, quelle a base di solo progestinico e gli impianti sottocutanei, per i quali sono stati registrati casi di gravidanze indesiderate.

Non sono invece state riscontrate interazioni con i contraccettivi iniettabili, la spirale ormonale (IUD) e quella al rame. Tuttavia, le autorità sanitarie britanniche consigliano di evitare l’uso dell’iperico in presenza di contraccettivi ormonali, per non comprometterne l’efficacia.

Pericolosa la combinazione con antidepressivi

Molti antidepressivi, in particolare gli SSRI (come sertralina e citalopram) e gli IMAO (come la fenelzina), agiscono aumentando i livelli di serotonina e noradrenalina. Anche l’erba di San Giovanni sembra agire su questi neurotrasmettitori, con il rischio di aumentare eccessivamente i livelli di serotonina. L’interazione può provocare la sindrome serotoninergica, una condizione rara ma grave che comporta sintomi come confusione mentale, spasmi muscolari, sudorazione e, nei casi estremi, convulsioni e aritmie cardiache. È sconsigliato associare questi trattamenti senza supervisione medica.

Rischi anche con farmaci per emicrania, epilessia e coagulazione

Occhio a triptani, antiepilettici e warfarin

I triptani, usati per trattare l’emicrania, imitano l’azione della serotonina: associarli all’iperico può aumentare il rischio di sindrome serotoninergica, esattamente come con gli antidepressivi.

Per quanto riguarda i farmaci antiepilettici, l’induzione enzimatica dell’iperico può accelerarne la degradazione, riducendone l’efficacia e aumentando il rischio di crisi convulsive. Un caso clinico ha mostrato un peggioramento delle crisi in un paziente che assumeva erba di San Giovanni con un farmaco non noto per interazioni.

Anche il warfarin, un anticoagulante molto prescritto, può perdere efficacia se assunto con l’iperico, esponendo il paziente al rischio di trombosi. In caso di associazione, è fondamentale monitorare regolarmente l’INR, il valore che misura la coagulazione del sangue.

Effetti sull’efficacia dei farmaci antiretrovirali

Alcuni farmaci per l’HIV, come lopinavir/ritonavir ed efavirenz, vengono metabolizzati da enzimi e trasportatori cellulari influenzati dall’erba di San Giovanni. L’induzione enzimatica dell’iperico può quindi ridurre i livelli di questi farmaci, aumentando la carica virale nel sangue. Uno studio ha rilevato che non tutte le preparazioni di iperico producono effetti significativi, ma quelle con alti livelli di iperforina potrebbero comportare rischi. Se si usano farmaci antiretrovirali, è essenziale monitorare frequentemente la carica virale in caso di assunzione contemporanea dell’erba.

Consultare il medico resta fondamentale

Oltre ai casi documentati, ci sono molti altri farmaci che potrebbero interagire con l’erba di San Giovanni, tra cui antidolorifici oppioidi, farmaci per la disfunzione erettile e immunosoppressori. Per questo motivo, prima di assumere integratori a base di iperico, è sempre raccomandabile consultare un medico o un farmacista, soprattutto se si stanno già seguendo altre terapie. Naturale non è sinonimo di innocuo, soprattutto quando si parla di sistemi biologici complessi e farmaci salvavita.

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