Indice
- 1 Isolata una speciale molecola che inibisce l’enzima che favorisce la diffusione tumorale, senza effetti collaterali sulla coagulazione del sangue
- 2 Una scoperta promettente da un ambiente marino poco esplorato
- 3 Il ruolo dei glicani nella diffusione tumorale
- 4 Sicurezza, sostenibilità e sfide future
- 5 Una sfida multidisciplinare per la medicina del futuro
Isolata una speciale molecola che inibisce l’enzima che favorisce la diffusione tumorale, senza effetti collaterali sulla coagulazione del sangue
I cetrioli di mare, noti come “spazzini degli oceani” per il loro ruolo nel ripulire i fondali marini, potrebbero celare un’arma potente contro il cancro. Secondo una recente ricerca guidata dall’Università del Mississippi e pubblicata su Glycobiology, un particolare zucchero estratto da questi invertebrati sarebbe in grado di inibire l’enzima Sulf-2, coinvolto nella crescita e diffusione delle cellule tumorali. Questo enzima, presente in molte cellule umane, agisce modificando le strutture glicidiche sulla superficie cellulare, alterazioni che favoriscono la proliferazione e la migrazione del cancro. Gli studiosi hanno individuato un composto – il fucosylated chondroitin sulfate – isolato dal cetriolo di mare Holothuria floridana, che mostra un’azione efficace contro Sulf-2. Un potenziale punto di svolta, dunque, che apre nuove strade alla terapia oncologica marina.
Una scoperta promettente da un ambiente marino poco esplorato
I ricercatori coinvolti nello studio provengono da diversi ambiti disciplinari: chimica computazionale, farmacognosia e biochimica. “La vita marina produce strutture chimiche uniche, spesso assenti nei vertebrati terrestri”, ha spiegato Marwa Farrag, dottoranda egiziana e prima autrice della ricerca. Il composto identificato nei cetrioli di mare si distingue per la sua rarità e per l’azione mirata su Sulf-2.
L’importanza della scoperta risiede anche nel fatto che la molecola non influisce sulla coagulazione del sangue, a differenza di altri inibitori enzimatici, spesso associati a gravi effetti collaterali. “Trattare un paziente oncologico con un farmaco che ostacola la coagulazione può portare a emorragie gravi”, ha sottolineato Joshua Sharp, professore di farmacologia. “Ma questo composto non presenta quel rischio”.
Il ruolo dei glicani nella diffusione tumorale
Le cellule dei mammiferi sono ricoperte da glicani, minuscole strutture simili a peli che regolano la comunicazione cellulare e la risposta immunitaria. In presenza di cancro, alcuni enzimi – tra cui Sulf-2 – modificano questi glicani per facilitare la diffusione delle cellule malate.
“Le cellule sono come ricoperte da foreste di glicani”, ha spiegato Vitor Pomin, docente di farmacognosia. “Gli enzimi agiscono come potatori, alterando queste foreste. Se riusciamo a bloccare l’enzima, possiamo contrastare la diffusione tumorale”. Il composto dei cetrioli marini ha dimostrato di riuscire in questo compito, secondo test di laboratorio affiancati da simulazioni al computer.
Sicurezza, sostenibilità e sfide future
Un altro vantaggio della molecola marina è l’assenza di rischi biologici rispetto ai composti estratti da mammiferi. L’uso di sostanze di origine terrestre comporta il pericolo di trasmettere virus o agenti patogeni.
Inoltre, come ha spiegato Sharp, molte terapie odierne si basano su estratti animali difficili da sintetizzare. “Ci sono farmaci che usiamo da un secolo, ma li otteniamo ancora dai suini perché la sintesi è troppo complessa e costosa. Le risorse marine offrono un’alternativa più pulita ed economica”. Tuttavia, la disponibilità naturale dei cetrioli di mare è limitata. Gli scienziati stanno cercando un metodo per produrre il composto in laboratorio. “Non possiamo certo raccogliere migliaia di cetrioli per un farmaco”, ha precisato Pomin. “Serve una sintesi chimica per testarlo sugli animali e poi sugli esseri umani”.
Una sfida multidisciplinare per la medicina del futuro
Il progetto ha messo in sinergia competenze trasversali: dalla spettrometria di massa alla biochimica computazionale. “Questa ricerca è stata possibile solo grazie al lavoro congiunto di più esperti”, ha detto Pomin. L’interazione tra università e centri di ricerca ha reso possibile la valutazione accurata dell’efficacia della molecola e l’elaborazione di una strategia per trasformarla in un farmaco.
Il passo successivo sarà ora verificare se questo zucchero marino funziona anche negli organismi viventi. I test preclinici saranno fondamentali per valutare sicurezza, biodisponibilità e modalità di somministrazione. Solo così si potrà immaginare un futuro in cui il cetriolo di mare entri a far parte della farmacologia antitumorale.
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