Indice
- 1 Allarme Berec: servono investimenti e più concorrenza per evitare il collasso delle infrastrutture
- 2 Regolamentazione e concorrenza: equilibrio ancora precario
- 3 Mappatura delle reti e strategia UE per la sicurezza
- 4 Infrastrutture obsolete: agire subito
- 5 Sicurezza, IA e sensori: il futuro è nei cavi smart
- 6 Investimenti pubblici per il futuro digitale europeo
Allarme Berec: servono investimenti e più concorrenza per evitare il collasso delle infrastrutture
I cavi sottomarini rappresentano la spina dorsale della connettività digitale europea, collegando le regioni insulari e costiere al resto del continente e al mondo. Senza queste infrastrutture, non sarebbe possibile garantire l’accesso a Internet, il traffico dati internazionale o le comunicazioni globali. Tuttavia, secondo il rapporto preliminare 2026-2030 pubblicato dal Berec, l’organismo dei regolatori europei per le comunicazioni elettroniche, la rete di cavi sottomarini dell’Unione Europea mostra segnali di forte obsolescenza.
Dei 323 segmenti attivi analizzati in 15 Paesi costieri dell’UE, circa il 14% è operativo da oltre 35 anni, mentre un terzo risale a più di dieci anni fa. Una situazione che rende urgente l’intervento pubblico, soprattutto nelle zone meno popolate, dove gli investimenti privati risultano poco redditizi. I cavi domestici, pur essendo interni ai confini europei, sono anche un tassello cruciale per la rete globale di telecomunicazioni, con il 12% di essi integrati in sistemi internazionali. La sostituzione di questi cavi obsoleti non può più attendere.
Regolamentazione e concorrenza: equilibrio ancora precario
Il rapporto del Berec analizza anche il quadro normativo che regola i cavi domestici. Attualmente, sei Paesi hanno adottato regolamenti economici per questi segmenti: Croazia, Francia, Grecia, Islanda, Portogallo e Spagna. Tuttavia, Francia e Spagna hanno avviato una deregolamentazione parziale, confidando nel miglioramento della concorrenza.
Questa scelta comporta rischi, soprattutto per le aree meno servite. Il Berec sottolinea la necessità di mantenere una competizione equa, impedendo che pochi grandi operatori controllino tutte le infrastrutture. Tra i rimedi proposti: accesso alle reti per i piccoli operatori, trasparenza, separazione contabile e controllo dei prezzi.
Mappatura delle reti e strategia UE per la sicurezza
L’analisi del Berec è coerente con il Piano d’Azione UE 2025 sulla Sicurezza dei Cavi e con la Raccomandazione 2024 sulle Infrastrutture Sottomarine Sicure e Resilienti. Oltre a mappare le reti esistenti, il rapporto invita stakeholder e regolatori a fornire contributi entro l’11 luglio 2025.
Inoltre, sono previsti workshop internazionali nella seconda metà del 2025, coinvolgendo altre reti di regolazione come Regulatel ed Emerg. La collaborazione multilaterale sarà essenziale per affrontare sfide comuni come sicurezza, resilienza e accessibilità.
Infrastrutture obsolete: agire subito
Secondo i dati raccolti, oltre il 40% dei cavi si trova nel Mar Mediterraneo, il 38% nell’Oceano Atlantico, e il 16% nel Mar Baltico. Alcuni collegamenti superano i 1500 chilometri, come quelli tra le Azzorre e il Portogallo continentale o le Canarie e la Spagna.
La vetustà dei cavi preoccupa: il 14% supera i 35 anni. Il Berec propone di sfruttare fondi europei come il Connecting Europe Facility (Cef) per sostenere il rinnovo nelle zone a bassa densità abitativa. La cooperazione tra settore pubblico e privato sarà fondamentale per garantire infrastrutture moderne e sicure.
Sicurezza, IA e sensori: il futuro è nei cavi smart
La sicurezza è un nodo critico. I cavi sottomarini sono vulnerabili a sabotaggi, danni accidentali e attacchi informatici. Per questo motivo, il Berec suggerisce l’adozione di cavi intelligenti con sensori integrati, capaci di monitorare in tempo reale lo stato della rete e rilevare anomalie.
Queste tecnologie, abbinate a intelligenza artificiale e machine learning, permetteranno di prevedere guasti e pianificare interventi prima che si verifichino problemi gravi. La ridondanza dei collegamenti e la rapidità di ripristino diventeranno requisiti standard per assicurare la continuità dei servizi.
Investimenti pubblici per il futuro digitale europeo
Il Berec conclude il rapporto sottolineando che, per affrontare le sfide delle prossime decadi, l’Europa dovrà rafforzare le politiche di sostegno pubblico. Le aree remote e insulari vanno incluse in ogni piano di sviluppo, altrimenti rischiano l’esclusione dal progresso digitale. Senza una rete sicura, moderna e resiliente, l’intera competitività europea è a rischio. Il futuro delle telecomunicazioni europee si costruisce oggi, chilometro dopo chilometro, sotto i nostri mari.
Fonte:
BEREC