Un sapone contro il cancro della pelle: l’invenzione del 15enne Heman Bekele

Stimola la risposta immunitaria. Grazie alla sua idea lo studente della Virginia ha vinto la Young Scientist Challenge

Si chiama Heman Bekele, ha 15 anni e vive ad Annandale, in Virginia. È stato appena incoronato America’s Top Young Scientist grazie a un’idea rivoluzionaria: un sapone che potrebbe aiutare il sistema immunitario a combattere il cancro della pelle. Il riconoscimento gli è stato conferito nell’ambito della Young Scientist Challenge, prestigiosa competizione scientifica per studenti organizzata da 3M, che gli ha assegnato anche un premio di 25.000 dollari.

La formula del sapone ideata da Bekele si basa su tre ingredienti attivi noti in dermatologia: acido salicilico, acido glicolico e tretinoina. Nel video presentato alla giuria, il giovane scienziato ha spiegato che questi componenti svolgono un ruolo cheratolitico, ovvero esfoliano la pelle e stimolano la rigenerazione cellulare. L’effetto complessivo, secondo Bekele, sarebbe quello di riattivare le cellule dendritiche, fondamentali nella risposta immunitaria cutanea.

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Come funziona il sapone e cosa lo rende innovativo

Le cellule dendritiche sono così chiamate per la loro forma ramificata, simile a un albero. Il loro compito è rilevare anomalie e attivare le difese dell’organismo contro minacce come le cellule tumorali.

In questa ottica, il sapone di Bekele agirebbe come una sorta di attivatore immunologico topico, potenziando la risposta naturale della pelle ai segnali tumorali. Non si tratta di un farmaco in senso stretto, ma di un coadiuvante potenziale nel rafforzare le difese locali dell’epidermide contro forme iniziali di cancro cutaneo.

L’idea ha convinto la giuria per semplicità, potenziale applicativo e accessibilità economica, tre fattori centrali nella missione educativa della Young Scientist Challenge.

Dal laboratorio alla premiazione: il percorso verso il prototipo

Durante la competizione, Bekele ha lavorato insieme a un mentore ingegneristico di 3M, che lo ha affiancato nello sviluppo del prototipo. L’obiettivo non era solo formulare un’idea, ma renderla concretamente realizzabile.

Il concorso, giunto alla sedicesima edizione, raccoglie ogni anno le migliori menti STEM delle scuole medie americane, stimolandole a trovare soluzioni innovative a problemi reali. Tra i progetti finalisti c’erano anche un cerotto con microaghi per somministrare farmaci e un guanto capace di rilevare crisi epilettiche, a testimonianza dell’alto livello della sfida.

Il sogno di Bekele: un sapone per chi non può curarsi

Nel suo discorso di premiazione, Bekele ha raccontato di essere stato ispirato dall’iniquità dell’accesso alle cure, soprattutto in Paesi come l’Etiopia, terra d’origine della sua famiglia. “Quando ho sentito parlare per la prima volta di questo problema, sono rimasto sconvolto dal numero di morti evitabili causate da questa malattia e ho capito che dovevo agire”, ha spiegato.

Il giovane scienziato punta ora a migliorare la formula, validarla scientificamente e fondare un’organizzazione non-profit per distribuirla nelle comunità che non hanno accesso a cure sanitarie adeguate.

Un futuro da ingegnere, ma già un esempio per il presente

Nel lungo termine, Bekele sogna di diventare ingegnere elettrico, ma il suo impegno attuale dimostra già una straordinaria maturità scientifica e umana. Il suo progetto unisce conoscenza tecnica e sensibilità sociale, mostrando come la scienza possa diventare strumento di cambiamento reale anche partendo da una semplice idea.

Il sapone sviluppato da Bekele non è ancora un trattamento approvato, ma rappresenta un seme di speranza per le future generazioni di innovatori. Un esempio concreto di cosa possa nascere quando la creatività incontra la scienza, e quando i problemi globali vengono affrontati con curiosità, impegno e visione.

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