Progetto Epic: plastica riciclata dal mare, nuova vita e zero sprechi

Presentato a Livorno il piano europeo da 5,6 milioni per raccogliere, riciclare e riutilizzare le macroplastiche marine. Coinvolte Toscana, Sardegna, Liguria e Corsica

Nella cornice elegante del Grand Hotel Palazzo di Livorno, è stato presentato il progetto europeo Epic – Un marE PrIvo di plastiCa, parte della Biennale del Mare e dell’Acqua Blu. Si tratta di un’iniziativa congiunta e transfrontaliera, cofinanziata dal Programma Interreg Marittimo Francia-Italia con un budget di circa 5,6 milioni di euro. Il piano è guidato da Arpat – l’Agenzia regionale per la protezione ambientale della Toscana – e coinvolge 16 partner, tra cui università, agenzie ambientali, enti di ricerca e organizzazioni non profit delle regioni marittime di Toscana, Liguria, Sardegna, Corsica e Région Sud. L’obiettivo principale è sviluppare pratiche condivise per intercettare, riciclare o smaltire correttamente le macroplastiche presenti in mare, nei porti e nei fiumi. “La gestione sostenibile della plastica è una priorità per questa amministrazione. È tempo di un cambio di passo per tutto il Paese”, ha dichiarato il sindaco Luca Salvetti. Come riportato sulle pagine di GreenReport.it, a firma del giornalista Luca Aterini, l’iniziativa rappresenta un esempio concreto di cooperazione territoriale per la tutela dell’ambiente marino.

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Dai fiumi al mare: un’emergenza visibile e misurabile

Secondo i dati forniti dall’Ocse attraverso il Global plastics outlook, 22 milioni di tonnellate di plastica raggiungono gli oceani ogni anno, spinte soprattutto dai fiumi. Di queste, l’88% è costituito da macroplastiche, ovvero frammenti recuperabili, al contrario delle microplastiche ormai onnipresenti nell’ambiente e impossibili da rimuovere.

In Toscana la situazione è particolarmente critica: “Si stima che il solo fiume Arno riversi in mare ogni anno circa 18 milioni di rifiuti plastici, equivalenti a 450mila bottiglie”. L’obiettivo di Epic è proprio quello di fermare questa ondata prima che sia troppo tardi, trasformando il problema in una risorsa per l’economia circolare.

Tecnologie e ricerca per riciclare la plastica raccolta

“Epic promuove soluzioni innovative per aumentare la riciclabilità dei rifiuti”, ha spiegato Pietro Rubellini, direttore generale di Arpat. Il progetto si concentra su tecniche concrete per evitare che le macroplastiche si frammentino in microplastiche, finendo per contaminare la catena alimentare. Tra le azioni previste: nuovi sistemi di raccolta, tecnologie di trattamento e campagne di comunicazione ambientale, affidate in particolare a Legambiente. “In un’economia circolare ideale, la plastica non dovrebbe finire in mare”, ha aggiunto Rubellini.

Dalla sperimentazione industriale agli arredi marittimi

Il coinvolgimento delle aziende è centrale. Come ha sottolineato Alessia Scappini, amministratrice delegata di Revet: “Con Epic andremo a capire come intercettare le plastiche in mare e analizzarne le potenzialità. Potremo selezionarle, pre-trattarle e trasformarle in tecnopolimeri riciclabili”.

Obiettivo? Chiudere il ciclo, dando vita a nuovi materiali utili – ad esempio per arredi urbani marittimi o strumenti per la raccolta rifiuti. La sperimentazione è considerata un passo decisivo per un futuro sostenibile e competitivo nella gestione dei rifiuti plastici.

Comunicare la scienza per cambiare i comportamenti

Un altro aspetto fondamentale è la sensibilizzazione. “Comunicare l’ambiente significa rendere semplici e accessibili temi complessi”, ha affermato Maria Rita Cecchini di Legambiente Toscana. A volte, ha spiegato, è importante tradurre le unità di misura: “Una tonnellata di plastica equivale a circa 25mila bottiglie. Solo così il problema diventa reale per tutti”.

Accanto alla comunicazione, Legambiente coordina anche il coinvolgimento diretto dei cittadini, come già avviene con l’iniziativa Puliamo il mondo. “È importante che le persone sappiano che esistono soluzioni concrete: solo così possiamo mobilitare le comunità e anche le autorità pubbliche”, ha concluso Cecchini.

Tratto da GreenReport.it

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