Via Lattea spazzata da uno tsunami cosmico

La nostra galassia non è poi un luogo tranquillo: i dati di Gaia mostrano un’enorme “ola” che scuote miliardi di stelle

La Via Lattea non è affatto la placida isola luminosa che per secoli abbiamo immaginato. Grazie ai dati raccolti dal telescopio spaziale Gaia dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA), gli astronomi hanno scoperto un fenomeno che sembra uscito da un film di fantascienza ma che è invece assolutamente reale. Un’onda galattica gigantesca attraversa la nostra galassia, trascinando con sé miliardi di stelle e modificando le loro posizioni. È come se l’intero disco stellare fosse stato scosso da una mano invisibile, capace di imprimere un moto collettivo su distanze inimmaginabili.

Il fenomeno si estende su una porzione enorme della galassia, tra 30.000 e 65.000 anni luce dal centro, e influenza una fetta significativa della struttura complessiva della Via Lattea, che ha un diametro di circa 100.000 anni luce. Gli effetti ricordano le increspature di uno stagno quando un sasso cade in acqua: onde che si allargano, travolgendo tutto ciò che incontrano. La scoperta, resa possibile dall’estrema precisione di Gaia prima del suo pensionamento nel 2025, apre un capitolo del tutto nuovo sulla comprensione della dinamica galattica.

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Ipotesi e dubbi sulle cause di un fenomeno cosmico

Gli scienziati non hanno ancora certezze sulla causa di questa “ola stellare”. L’ipotesi più accreditata è che sia stata generata da una collisione con una galassia nana. Un evento catastrofico, avvenuto milioni o miliardi di anni fa, che avrebbe letteralmente fatto vibrare la struttura della Via Lattea, come quando un gong viene percosso.

Ma non è l’unica possibilità. Alcuni studiosi suggeriscono che potrebbero essere interazioni gravitazionali multiple, dovute al passaggio ravvicinato di altre strutture cosmiche, oppure residui di fusioni antiche di cui la nostra galassia porta ancora le cicatrici. In ogni caso, ciò che appare evidente è che la Via Lattea non è un corpo statico, ma un sistema in costante trasformazione, dove ogni stella partecipa a un moto collettivo che sfida la nostra immaginazione.

Gaia, il telescopio che ha cambiato la storia della galassia

Il telescopio Gaia, lanciato dall’ESA nel 2013 e operativo fino ai primi mesi del 2025, ha rivoluzionato la conoscenza della Via Lattea. Con la sua precisione senza precedenti, ha mappato miliardi di stelle, registrando posizione e movimento come nessun altro strumento prima di lui. Già nel 2020 aveva rivelato che il disco galattico oscilla come una trottola instabile, svelando che la nostra galassia non è una struttura rigida, ma piuttosto un organismo vivo e in continuo movimento.

Per individuare l’onda attuale, i ricercatori hanno studiato in particolare due categorie di astri: le giganti giovani e le Cefeidi, stelle pulsanti dalla luminosità variabile ma prevedibile. Proprio queste ultime hanno fornito un quadro chiaro del moto collettivo, tracciando la forma e l’ampiezza della perturbazione che si propaga attraverso il disco stellare.

La “ola” cosmica spiegata come allo stadio

Per rendere comprensibile la portata di questo fenomeno, gli esperti dell’ESA propongono un paragone tanto semplice quanto efficace. Immaginate la “ola” negli stadi: il pubblico si alza in sequenza, braccia al cielo, e poi si risiede, generando un movimento ondulatorio che percorre l’intera tribuna. Ogni persona compie un gesto minimo, ma il risultato collettivo è uno spettacolo dinamico che sembra avere vita propria.

Allo stesso modo, osservando la Via Lattea “di profilo” grazie ai dati di Gaia, si distingue un pattern chiaro: stelle che si alzano e scendono in un moto sincronizzato, come spettatori galattici che partecipano a un gigantesco spettacolo cosmico. È la dimostrazione che anche la nostra galassia, vista dall’alto, può esibirsi in una coreografia universale che dura milioni di anni.

Una galassia più viva e turbolenta del previsto

La scoperta non è solo affascinante dal punto di vista estetico. Apre infatti prospettive radicali sulla dinamica interna della Via Lattea. L’idea che onde cosmiche possano attraversare le galassie indica che i sistemi stellari sono molto più turbolenti di quanto ipotizzato. Ciò che vediamo oggi potrebbe essere l’eco di collisioni avvenute miliardi di anni fa, eventi che hanno lasciato cicatrici dinamiche ancora visibili nei movimenti collettivi delle stelle.

Per gli astronomi, questo significa che la storia della Via Lattea va riscritta, con un’attenzione maggiore alle interazioni con altre galassie e agli effetti a lungo termine di queste fusioni cosmiche. L’universo, insomma, non è una fotografia statica ma una danza perpetua, e Gaia ci ha mostrato solo uno dei suoi passi più spettacolari.

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