Perché la Luna luccica? Svelato il mistero delle perle di vetro

Raccontano eruzioni esplosive avvenute miliardi di anni fa

Quando gli astronauti delle missioni Apollo hanno messo piede sul suolo lunare, non sapevano cosa aspettarsi. Di certo, non immaginavano di imbattersi in una distesa di minuscole perle arancioni, brillanti e traslucide, disperse tra rocce e polveri grigie. Ognuna di queste microsfere misura meno di un millimetro, ma racchiude in sé un passato antichissimo. Si sono formate tra 3,3 e 3,6 miliardi di anni fa, durante violente eruzioni vulcaniche che hanno scagliato frammenti di lava liquida sulla superficie della giovane Luna. Una volta espulsi, questi frammenti si sono solidificati all’istante nel vuoto cosmico, dando vita a sfere di vetro perfettamente conservate. «Sono tra i campioni extraterrestri più incredibili che possediamo», ha dichiarato Ryan Ogliore, fisico della Washington University di St. Louis. Lì è custodito un vasto archivio di materiali lunari riportati sulla Terra dalle missioni NASA.

Tecnologie moderne per studiare reperti antichi

Grazie a tecniche di analisi all’avanguardia, oggi è possibile osservare queste perle con una precisione impensabile negli anni ’70. Il team guidato da Thomas Williams, Stephen Parman e Alberto Saal della Brown University ha esaminato i depositi minerali che ricoprono la superficie delle sfere. Lo studio, pubblicato sulla rivista Icarus, ha svelato dettagli invisibili all’occhio umano. Un ruolo cruciale lo ha avuto lo strumento NanoSIMS 50 della Washington University, capace di bombardare i campioni con fasci ionici ad alta energia per ricavarne informazioni chimiche e isotopiche. Questa tecnica si affianca ad altre, come la sonda atomica tomografica, la microscopia elettronica a scansione e quella a trasmissione, combinate per offrire una visione completa della struttura delle microsfere. «Abbiamo questi campioni da 50 anni, ma solo adesso possiamo davvero comprenderli», ha spiegato Ogliore. «Molti strumenti oggi usati erano impensabili all’epoca».

Origine esplosiva e caratteristiche uniche

Queste microsfere, dai colori che spaziano dall’arancione brillante al nero lucido, rappresentano una prova concreta delle eruzioni esplosive avvenute sulla Luna. Ogni goccia di lava, espulsa dalle profondità del satellite, si è solidificata istantaneamente a contatto col gelo dello spazio. Il risultato? Minuscole sfere dalla forma perfetta, con una composizione chimica diversa da qualsiasi cosa presente sulla Terra. La loro esistenza conferma che, miliardi di anni fa, sulla Luna si verificarono fenomeni simili alle fontane di fuoco hawaiane osservabili oggi. Ogni sfera racconta un capitolo diverso della storia geologica lunare. «È come leggere il diario di un antico vulcanologo lunare», afferma Ogliore.

Analisi difficili e conservazione rigorosa

Lo studio di queste perle ha richiesto grande attenzione. I ricercatori hanno dovuto evitare qualsiasi esposizione all’atmosfera terrestre, per impedire che i minerali di superficie, come i solfuri di zinco, reagissero con l’ossigeno o altri composti presenti nell’aria. Per questo motivo, sono stati selezionati campioni provenienti dagli strati più profondi, manipolati in ambienti controllati lungo tutto il processo. Nonostante l’uso di strumenti sofisticati, le analisi si sono rivelate particolarmente complesse. «Anche con tecniche avanzate, ottenere queste misurazioni è stato molto difficile», ha ammesso Ogliore. I risultati, però, offrono una finestra senza precedenti sulle condizioni fisiche e chimiche che dominavano le eruzioni lunari oltre tre miliardi e mezzo di anni fa.

I minerali raccontano come è cambiata l’attività vulcanica

Le perle analizzate, sia nere che arancioni, rivelano variazioni nella composizione isotopica e nella struttura cristallina. Questi dettagli permettono di comprendere meglio come si sono evoluti i fenomeni vulcanici sulla Luna. Le differenze riscontrate suggeriscono un cambiamento nel modo in cui il materiale veniva espulso: dalle prime eruzioni violente a manifestazioni più contenute, ma comunque significative. Il confronto tra microsfere diverse mostra come siano cambiate pressione, temperatura e composizione chimica del magma lunare nel corso dei secoli. Ogni perla si rivela, così, una piccola testimonianza delle trasformazioni interne del satellite.

Fonte:
Icarus

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