Indice
- 1 Obsolescenza degli edifici, bollette alle stelle e sfida Smart Building: il rapporto Ambrosetti punta su incentivi e competenze per accelerare la transizione energetica
- 2 Bollette in crescita e parco immobiliare obsoleto: i numeri allarmanti
- 3 Decarbonizzazione edilizia: il rischio di un obiettivo fuori portata
- 4 Le proposte Ambrosetti: incentivi mirati, formazione e partnership
Obsolescenza degli edifici, bollette alle stelle e sfida Smart Building: il rapporto Ambrosetti punta su incentivi e competenze per accelerare la transizione energetica
Il peso degli edifici energivori in Italia si traduce ogni anno in una spesa record per le famiglie e in un freno agli obiettivi climatici europei. Secondo i dati della Community smart building di The European House – Ambrosetti, che presenterà il suo nuovo rapporto strategico a Roma il 28 maggio, il settore edilizio nazionale assorbe circa il 40% dei consumi energetici totali, contribuendo da solo al 36% delle emissioni di gas serra in Europa. Di questa energia, quasi l’80% serve a riscaldare le abitazioni, rendendo l’efficienza delle nostre case un tema centrale nella transizione verde. La recente direttiva europea “Case verdi”, approvata nell’aprile 2024, fissa un traguardo ambizioso: azzerare le emissioni nette degli edifici entro il 2050. Tuttavia, l’attuale situazione italiana rischia di allontanare questa scadenza di oltre mezzo secolo, spostando il traguardo al 2103, secondo le proiezioni.
Le nuove norme non impongono obblighi diretti ai proprietari, ma richiedono ai governi di elaborare piani di ristrutturazione con incentivi e sostegni economici. Per centrare il primo obiettivo intermedio, ovvero ridurre del 16% il consumo di energia primaria degli edifici residenziali entro il 2030 (rispetto al 2020), servirebbero investimenti stimati in 180 miliardi di euro (fonte: Politecnico di Milano). La domanda sorge spontanea: questa cifra è davvero così insostenibile se si considera che le bollette degli italiani, solo per elettricità e riscaldamento, hanno raggiunto i 54,2 miliardi di euro l’anno, con un aumento del 31% dal 2015?
Bollette in crescita e parco immobiliare obsoleto: i numeri allarmanti
La lente sulle classi energetiche e la necessità di interventi strutturali
Il quadro delineato dal rapporto Ambrosetti mette in luce come il settore edilizio italiano sia fra i più arretrati d’Europa. Con un tasso di rinnovamento annuo dello 0,85% (la metà rispetto a Francia e Germania) e con l’84,5% degli edifici costruiti prima del 1990, l’Italia detiene il parco immobiliare più vecchio del continente. Nonostante qualche segnale positivo (gli edifici in classe energetica A sono passati dal 2,9% al 3,8% tra il 2018 e il 2025) la realtà è che il 79% degli immobili italiani è ancora in una classe inferiore alla D. Questo dato conferma una “urgenza di riqualificazione” per migliorare l’efficienza energetica e ridurre la dipendenza dalle fonti fossili.
Parallelamente, si registra un aumento costante delle bollette per le famiglie, aggravato proprio dall’inefficienza degli edifici. La spesa complessiva per l’energia è cresciuta di oltre il 30% in meno di dieci anni, rappresentando una delle voci più pesanti nel bilancio delle famiglie italiane.
Decarbonizzazione edilizia: il rischio di un obiettivo fuori portata
I dati sulle emissioni non lasciano spazio a dubbi: con 75,5 milioni di tonnellate di CO2 equivalente prodotte dagli edifici italiani nel 2021, e mantenendo il trend attuale, la neutralità climatica sarebbe raggiunta solo nel 2103. Una prospettiva che si allontana drasticamente dagli impegni europei, che prevedono una riduzione delle emissioni a 12,4 milioni di tonnellate entro il 2050 secondo il piano Fit for 55.
“L’efficientamento smart degli edifici più vetusti porterebbe a una riduzione del 29% dei consumi energetici e del 5% di quelli idrici, con un risparmio netto complessivo di 17-19 miliardi di euro”, sottolinea Lorenzo Tavazzi, senior partner e responsabile della Community smart building. “Per accelerare la diffusione degli Smart Building in Italia e promuovere lo sviluppo della relativa filiera, la Community ha raccolto le 7 proposte individuando tre ambiti di azione chiave: competenze, incentivi e consapevolezza”.
Le proposte Ambrosetti: incentivi mirati, formazione e partnership
Tre leve per accelerare la riqualificazione e la diffusione degli Smart Building
Il primo ambito riguarda le competenze, con la necessità di programmi di upskilling e reskilling per tutta la filiera, dai progettisti agli impiantisti, in collaborazione con le Its Academy. Il secondo fronte è quello degli incentivi e dei finanziamenti: la Community propone di riformare il sistema, rendendolo proporzionale ai reali risparmi energetici, e di istituire un “Libretto della casa” per certificare gli interventi.
Infine, la terza leva riguarda la consapevolezza: è necessario promuovere la collaborazione tra pubblico e privato e rafforzare il coordinamento tra tutti gli attori della filiera. “Serve una riforma degli incentivi che assicuri stabilità fino al 2030, seguendo principi di efficienza energetica e neutralità tecnologica”, aggiunge Tavazzi.
Un ulteriore passo riguarda l’accesso al credito: occorre incentivare finanziamenti green per i privati, sia nel residenziale che nel terziario, e promuovere strumenti finanziari innovativi come i contratti di performance energetica e i partenariati pubblico-privato.
Fonte:
Tratto da GreenReport.it, il primo quotidiano online ecologista italiano