Intelligenza artificiale, Microsoft tradisce OpenAI

Il colosso di Redmond cambia strategia: da partner esclusivo a fornitore di modelli IA di xAI di Elon Musk, Meta, Mistral e altre startup

Il panorama dell’intelligenza artificiale entra in una nuova fase dopo l’annuncio di Microsoft, che ha deciso di offrire ai suoi clienti non solo i modelli IA sviluppati da OpenAI, ma anche quelli di aziende come xAI di Elon Musk, Meta di Mark Zuckerberg e startup europee come Mistral e Black Forest Labs. L’investimento di 13 miliardi di dollari in OpenAI aveva sancito una partnership che sembrava esclusiva, eppure il colosso di Redmond ora ospiterà nei propri data center Azure i modelli dei principali concorrenti. Contestualmente, Microsoft ha lanciato anche un nuovo strumento IA in grado di svolgere autonomamente compiti di programmazione software, sottolineando la volontà di posizionarsi come piattaforma aperta a più soluzioni. “Microsoft, che è il principale finanziatore di OpenAI, ha cercato sempre più di separarsi dalla start-up di San Francisco guidata da Sam Altman”, riporta il Financial Times, evidenziando una distanza crescente tra le due realtà. Questo cambio di rotta arriva in un momento di tensioni legali tra Elon Musk e Sam Altman, mentre la competizione nel settore si fa sempre più serrata.

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Fine dell’esclusiva Microsoft-OpenAI? L’ombra dei rapporti freddi

La notizia, resa pubblica a Seattle durante la conferenza annuale Build, segna un cambiamento profondo nel rapporto tra Microsoft e OpenAI. In passato, la collaborazione tra le due aziende era vista come strategica e quasi indissolubile, ma secondo il Financial Times oggi emergono segnali di un progressivo raffreddamento.
“Microsoft, che è il principale finanziatore di OpenAI, ha cercato sempre più di separarsi dalla start-up di San Francisco guidata da Sam Altman”, si legge nel FT. Questa scelta coincide con una causa legale intentata da Elon Musk contro Altman, proprio mentre OpenAI si trasforma in un’impresa a scopo di lucro.

Parallelamente, secondo Reuters, Microsoft starebbe assumendo un ruolo più neutrale nella corsa globale all’IA, scegliendo di non puntare tutte le risorse su un solo alleato ma di diversificare le collaborazioni. “Microsoft mostra meno interesse a investire somme ingenti per sostenere le ambizioni di ricerca di OpenAI, pur collaborando con un numero crescente di aziende”, si legge. La strategia è chiara: ampliare il mercato, contenere i costi e competere a tutto campo.

Modelli IA su Azure: da xAI a Meta, ma Google resta fuori

L’offerta di modelli IA si amplia notevolmente: Microsoft mette a disposizione dei clienti Azure i modelli Grok 3 e Grok 3 mini di xAI, la famiglia Llama di Meta, oltre ai sistemi di Mistral e Black Forest Labs. Si arriva così a oltre 1.900 modelli accessibili, con la promessa di nuove integrazioni in futuro. Secondo Bloomberg, restano esclusi nomi pesanti come Google e Anthropic, segno di una competizione ancora tutta aperta.

Microsoft annuncia inoltre l’intenzione di classificare i modelli per facilitare la scelta della soluzione migliore per ogni esigenza specifica. “Non abbiamo una forte opinione su quale modello utilizzare per i clienti. Vogliamo che utilizzino Azure”, spiega Eric Boyd, vicepresidente di Azure AI, sottolineando la strategia di attrarre clienti anche grazie all’affidabilità dei data center e alla disponibilità garantita, soprattutto in periodi di picco della domanda.

Sfida globale nel cloud: sviluppatori e aziende al centro

Microsoft si muove ormai in diretta concorrenza con giganti come Amazon e Google, nel tentativo di diventare la piattaforma di riferimento per chi sviluppa e distribuisce applicazioni IA. Oltre ai nuovi modelli, è stato presentato un potente “coding agent” integrato in GitHub Copilot, pensato per assistere in modo avanzato gli sviluppatori: “Riceve alcune istruzioni da un umano – come la descrizione di un bug e una strategia per risolverlo – e procede al lavoro, avvisando la persona quando ha completato il codice per una revisione”, spiega Reuters. Anche OpenAI ha lanciato un agente simile, chiamato Codex, mostrando quanto la competizione sia serrata proprio sul fronte degli strumenti per la programmazione.

Ma la novità più dirompente arriva dall’idea di dare agli agenti IA un’identità digitale, simile a quella dei dipendenti umani nei sistemi aziendali. “Il concetto di trattare gli agenti come dipendenti digitali rappresenta un cambiamento rivoluzionario, che apre nuove possibilità ma solleva anche preoccupazioni sull’impatto dell’IA nei luoghi di lavoro”, ha affermato Bob O’Donnell, presidente e analista capo di TECHnalysis Research.

Le incognite della nuova strategia Microsoft

Questa apertura all’ecosistema multipiattaforma evidenzia il nuovo volto della strategia Microsoft, sempre più orientata a una “neutralità” apparente e a una corsa globale per la leadership nel settore IA. Se da un lato aumentano le opportunità per clienti e sviluppatori, dall’altro crescono le domande sugli equilibri tra alleanze storiche e nuove partnership. Resta da vedere come si evolverà la relazione con OpenAI, mentre la concorrenza internazionale continua a crescere e i modelli di business tradizionali vengono messi alla prova da logiche sempre più dinamiche.

Fonti:

Financial Times

Reuters

Bloomberg

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