Sclerosi Multipla: per la diagnosi niente più procedure invasive

Addio alla dolorosa puntura lombare, da ora basterà una risonanza magnetica

Per i pazienti affetti da sclerosi multipla (SM) si apre una nuova era: secondo un recente studio della University of Nottingham, pubblicato su Neurology Open Access, non sarà più necessario sottoporsi alla dolorosa puntura lombare per arrivare a una diagnosi certa. Utilizzando una tecnica avanzata di risonanza magnetica, i ricercatori hanno dimostrato che la SM può essere identificata in soli 8 minuti, garantendo così una procedura molto meno invasiva, più veloce e completamente sicura per chi si trova ad affrontare il percorso diagnostico. La SM, malattia neurologica che colpisce circa 150.000 persone nel solo Regno Unito, si presenta con sintomi molto variabili e spesso sfuggenti, rendendo la diagnosi una sfida per medici e pazienti. Fino a oggi, la prassi prevedeva sia la risonanza che la puntura lombare, procedura temuta perché può essere causa di dolore, complicanze e talvolta anche ricoveri prolungati o assenze lavorative per la convalescenza. Nonostante il liquido prelevato dalla colonna possa mostrare segni della malattia, il risultato non è sempre conclusivo, aumentando l’incertezza e il rischio di diagnosi errate.

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I limiti delle procedure tradizionali e il cambio di paradigma

Sino ad oggi, la diagnosi di SM non seguiva un protocollo univoco. Molti pazienti si sono trovati ad affrontare sia la risonanza magnetica standard sia la puntura lombare, ovvero l’inserimento di un ago sottile nello spazio tra le ossa della colonna vertebrale inferiore.

Il disagio è reale: molti riferiscono che questa procedura è dolorosa e non priva di rischi, tra cui mal di testa persistenti e altre complicazioni che richiedono ulteriore assistenza medica o periodi di recupero. In alcuni casi, anche patologie differenti ma simili alla SM possono manifestare anomalie simili nel liquido spinale, creando confusione e potenzialmente portando a diagnosi errate e trattamenti inadeguati. Proprio per questo, la possibilità di eliminare la puntura lombare rappresenta una svolta fondamentale per chi attende risposte certe senza ulteriori sofferenze.

La scoperta della “regola del sei” e la nuova risonanza

Al centro dello studio guidato dal Professor Nikos Evangelou, clinico di Neurologia all’Università di Nottingham, c’è l’utilizzo di una risonanza magnetica “clinica”, già disponibile nei centri di neuroscienze. Questa tecnologia permette di effettuare una scansione speciale chiamata T2*, in grado di rilevare lesioni della sostanza bianca cerebrale centrate su una vena, un marker ben noto della SM. Gli autori hanno inoltre proposto una nuova “regola del sei”: “Se si individuano sei lesioni con una vena centrale, è possibile confermare la diagnosi di SM senza necessità di ulteriori analisi invasive”.

Per confermare questi dati, il team ha condotto uno studio prospettico in tre città – Nottingham, Cardiff e Londra – su pazienti con diagnosi sospetta ma non definitiva di SM. Tutti hanno eseguito una risonanza magnetica rapida (8 minuti) e la puntura lombare, mentre dopo 18 mesi si è verificata la corrispondenza tra diagnosi iniziale e quadro clinico reale. I risultati sono stati chiari: la combinazione della nuova tecnica di imaging e della regola del sei consente una diagnosi affidabile della SM e può sostituire la puntura lombare.

Verso nuove linee guida: la risonanza magnetica diventa standard

I risultati dello studio – insieme ad altri condotti a Nottingham e negli Stati Uniti – hanno convinto il Comitato Internazionale per la Diagnosi della SM, che ha aggiornato le sue linee guida: “La risonanza magnetica avanzata è sufficiente per una diagnosi di SM. La puntura lombare non è più necessaria”.
Questa rivoluzione nella prassi diagnostica è stata accolta con entusiasmo dalla comunità medica, che da tempo cercava un metodo meno invasivo, più economico e soprattutto più umano per aiutare i pazienti.

Il professor Evangelou sottolinea con soddisfazione: “Non solo le nostre scoperte apporteranno enormi benefici ai pazienti, ma si tradurranno anche in un risparmio sui costi per il Servizio Sanitario Nazionale. Le persone sottoposte a punture lombari sono costrette a trascorrere almeno la maggior parte della giornata in ospedale e, per un servizio sanitario già al completo, questo crea ulteriori problemi. In caso di complicazioni con la puntura lombare, la degenza può essere più lunga. Con la risonanza magnetica, ci vogliono 8 minuti, è completamente sicura e poi si può tornare a casa. In media, pensiamo di arrivare alla diagnosi tre mesi prima e questo cambiamento potrebbe far risparmiare al Servizio Sanitario Nazionale fino a cinque milioni di sterline all’anno, che possono essere reinvestite in servizi migliori per i nostri pazienti affetti da SM”.

Impatto sui pazienti e sul sistema sanitario: diagnosi più rapida e costi ridotti

Il vero vantaggio di questa innovazione è duplice: da un lato, i pazienti evitano dolore e ansia, dall’altro il Servizio Sanitario risparmia tempo e risorse. La rapidità della procedura diagnostica – appena otto minuti per una scansione decisiva – permette anche di ridurre i tempi d’attesa e accelerare l’accesso alle terapie specifiche, che sono fondamentali nelle prime fasi della SM. Tutto ciò si traduce in minore pressione sugli ospedali, meno ricoveri inutili, diagnosi più tempestive e cure migliori per chi vive con questa patologia complessa e imprevedibile. La “regola del sei” e l’uso di risonanze cliniche accessibili potrebbero diventare presto uno standard a livello internazionale, segnando l’inizio di una nuova era nella lotta alla sclerosi multipla.

Fonte:

Neurology Open Access

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