Indice
- 1 La rivoluzione taiwanese cambia le regole. Il risultato ottenuto grazie a nuove celle in perovskite ottimizzate per ambienti interni
- 2 Perovskite regolata per massimizzare l’energia indoor
- 3 Il confronto tra luce solare e artificiale cambia le regole
- 4 Energia diffusa anche nei luoghi senza sole diretto
- 5 Un futuro fotovoltaico dentro casa e in ogni stanza
La rivoluzione taiwanese cambia le regole. Il risultato ottenuto grazie a nuove celle in perovskite ottimizzate per ambienti interni
Una nuova generazione di celle solari in perovskite promette di rivoluzionare la produzione energetica negli ambienti chiusi. Un team di ricercatori della National Yang Ming Chiao Tung University di Taiwan ha sviluppato un sistema fotovoltaico in grado di raggiungere un’efficienza di conversione energetica pari al 38,7% in condizioni di luce artificiale. Un risultato sorprendente, soprattutto se si considera che è stato ottenuto sotto l’illuminazione tipica di un ufficio o di uno spazio interno. Come ha chiarito Fang-Chung Chen, tra gli autori dello studio pubblicato su APL Energy, le celle realizzate non solo superano le prestazioni in ambienti interni delle tecnologie tradizionali, ma si presentano anche più leggere, flessibili e semitrasparenti. Il confronto con il silicio tradizionale diventa impietoso: i classici pannelli fotovoltaici sono rigidi, pesanti e adatti solo a determinate superfici come i tetti.
Perovskite regolata per massimizzare l’energia indoor
Il cuore dell’innovazione è nella modifica del bandgap, la soglia energetica che permette agli elettroni di attivarsi e generare corrente. I ricercatori hanno ottenuto una calibrazione molecolare precisa, ottimizzando il materiale per assorbire meglio lo spettro luminoso presente negli spazi interni. Una messa a punto impossibile da replicare con la tecnologia al silicio. Agendo sui rapporti molecolari delle soluzioni con cui si costruiscono gli strati attivi della cella, il team taiwanese ha aperto la strada a un uso più intelligente e mirato dell’energia solare. Il risultato è una performance superiore in condizioni in cui altri materiali falliscono.
Il confronto tra luce solare e artificiale cambia le regole
I test parlano chiaro: sotto luce solare diretta (circa 12.000 lux), le nuove celle raggiungono un’efficienza del 12,7%, nettamente inferiore alle celle in silicio che arrivano al 26%. Tuttavia, il quadro cambia completamente quando l’intensità luminosa scende a 2.000 lux, il valore tipico di un ambiente interno. Qui, le celle in perovskite progettate a Taiwan toccano un’efficienza record del 38,7%. Si tratta di un salto di qualità enorme, che dimostra come l’obiettivo fosse la resa in condizioni normalmente sfavorevoli ai pannelli tradizionali.
Energia diffusa anche nei luoghi senza sole diretto
Questa tecnologia apre scenari impensabili fino a poco tempo fa. Gli sviluppatori puntano ora a mini dispositivi elettronici da alimentare direttamente con luce interna, senza dover ricorrere a cavi o prese elettriche. Ambienti come uffici, case, biblioteche, ospedali o persino mezzi pubblici potrebbero diventare produttori passivi di energia, contribuendo a ridurre i consumi complessivi degli edifici. La flessibilità del materiale consente inoltre integrazioni estetiche, come finestre semitrasparenti o superfici curve in grado di generare elettricità senza compromettere l’aspetto architettonico.
Un futuro fotovoltaico dentro casa e in ogni stanza
La ricerca di Taiwan mostra che la produzione di energia non è più limitata all’esterno o alle ore di sole. Grazie a questa innovazione, anche ambienti debolmente illuminati possono diventare fonti di energia pulita. In un contesto di crescente attenzione alla sostenibilità e all’efficienza energetica, la possibilità di convertire la luce artificiale in elettricità rappresenta una svolta strategica. Se confermati su scala industriale, questi risultati potrebbero trasformare l’autonomia energetica degli edifici e portare le celle fotovoltaiche ben oltre i tetti.