Identificato il “guardiano nascosto” che può fermare i tumori

Scoperta rivoluzionaria nei mitocondri, l’enzima ALDH4A1 blocca la proliferazione tumorale

Un team di scienziati delle università di Duke e Wake Forest ha fatto una scoperta che potrebbe cambiare il modo in cui oggi viene concepita la prevenzione del cancro. I ricercatori hanno infatti individuato nell’enzima ALDH4A1, noto per il suo ruolo nel metabolismo della prolina, un nuovo protagonista nella regolazione del metabolismo cellulare e nella difesa dai tumori. Secondo quanto emerso dalla ricerca, i cui risultati sono stati pubblicati sulle pagine di Nature Cell Biology, questo enzima non solo partecipa al metabolismo degli amminoacidi, ma si unisce ai componenti MPC1 e MPC2 per formare un complesso mitocondriale (il trasportatore del piruvato mitocondriale, o MPC) essenziale per l’ingresso del piruvato nei mitocondri. Questo passaggio è cruciale per collegare la glicolisi citosolica alla fosforilazione ossidativa mitocondriale, assicurando così una produzione efficiente di energia. Disfunzioni in questo processo favoriscono la proliferazione delle cellule tumorali e alimentano il cosiddetto effetto Warburg, una delle firme metaboliche del cancro.

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Il complesso MPC: una barriera contro la trasformazione tumorale

I ricercatori hanno approfondito il funzionamento del complesso MPC, costituito dai subunità chiave MPC1 e MPC2, scoprendo che ALDH4A1 funge da terzo elemento strutturale. “Fino ad ora non era mai stato identificato un regolatore aggiuntivo di questo trasportatore mitocondriale”, si legge nello studio. Attraverso una serie di esperimenti avanzati, tra cui saggi di co-immunoprecipitazione e re-incorporazione in proteoliposomi, è stato confermato che ALDH4A1 interagisce fisicamente con MPC1 e MPC2, stabilizzando il complesso e ottimizzando il trasporto del piruvato.
L’importanza di questa scoperta risiede nel legame diretto tra il metabolismo energetico e la capacità di una cellula di trasformarsi in cellula tumorale. Infatti, la perdita di ALDH4A1 si associa a un aumento della proliferazione cellulare, della migrazione e della crescita tumorale in modelli animali, come dimostrato dagli esperimenti di trapianto nei topi.

L’inibizione e la regolazione del metabolismo tumorale

I test hanno mostrato che la riduzione di ALDH4A1 favorisce caratteristiche tipiche delle cellule tumorali, tra cui la capacità di crescere in assenza di ancoraggio (soft-agar) e di invadere nuovi tessuti. Nei modelli murini, la sovraespressione di ALDH4A1 ha portato a una drastica riduzione delle dimensioni dei tumori, mentre il silenziamento genico ha avuto l’effetto opposto.
Particolarmente interessante è il risultato ottenuto utilizzando UK5099, un inibitore del MPC: questo farmaco ha interrotto l’interazione tra ALDH4A1 e il complesso MPC, pur lasciando intatto il dimerismo tra MPC1 e MPC2. Questo dettaglio suggerisce che il sito di interazione tra ALDH4A1 e MPC potrebbe essere sfruttato per nuove strategie farmacologiche, aprendo la strada allo sviluppo di molecole in grado di modulare il metabolismo cellulare in chiave anti-cancro.

Dal metabolismo della prolina alla difesa anti-tumorale

ALDH4A1 si rivela dunque non solo un enzima del metabolismo della prolina, ma un vero e proprio guardiano dell’equilibrio metabolico cellulare. La sua presenza nel complesso MPC garantisce che il piruvato venga correttamente trasferito nei mitocondri, evitando che si accumuli nel citosol e inneschi meccanismi tipici della trasformazione neoplastica. Questa nuova funzione amplia enormemente il ruolo dell’enzima, collocandolo tra i potenziali bersagli per future terapie metaboliche contro il cancro.
Il lavoro dei ricercatori suggerisce che prendere di mira l’attività regolatoria di ALDH4A1 all’interno del complesso MPC potrebbe offrire nuove opportunità per trattare tumori legati a squilibri metabolici.

Prospettive terapeutiche e nuove sfide per la medicina metabolica

La scoperta pone le basi per una nuova generazione di terapie che puntano a ripristinare la funzione mitocondriale attraverso la modulazione specifica degli enzimi chiave come ALDH4A1. Tuttavia, sono necessari ulteriori studi per chiarire tutti i meccanismi coinvolti e per valutare la reale efficacia clinica di strategie mirate su questo nuovo asse metabolico.
Secondo gli autori dello studio, “targeting dell’attività regolatoria di ALDH4A1 nel complesso MPC potrebbe rappresentare una delle vie più promettenti per colpire le vulnerabilità metaboliche dei tumori”. Il futuro della lotta al cancro potrebbe dunque passare da queste nuove scoperte di biologia mitocondriale.

Fonte:
Nature Cell Biology

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