Valve lancia Starfish: ecco il nuovo chip cerebrale che sfida Neuralink

Si tratta del chip meno invasivo mai sviluppato: potrebbe rivoluzionare le interfacce cervello-computer

Valve ha ufficialmente lanciato la sua sfida nel settore delle interfacce cervello-computer, seguendo le orme di colossi come Neuralink e Synchron. La società guidata da Gabe Newell, nota per la piattaforma di gaming Steam, da oltre dieci anni coltiva l’interesse per la tecnologia in grado di leggere e interpretare le attività cerebrali degli utenti. Questa visione si è concretizzata in un vero laboratorio interno, dove psicologi e ricercatori studiano le reazioni neurologiche dei giocatori durante le sessioni di gioco.

Già in passato, Newell aveva ipotizzato l’integrazione di sensori cerebrali nelle cuffie VR di Valve, mostrando un approccio pionieristico rispetto alle comuni innovazioni di grafica e prestazioni. Nel 2019, il fondatore dell’azienda ha fondato Starfish Neuroscience, un progetto fino a oggi rimasto riservato ma ora svelato con l’annuncio dell’arrivo di un chip neurale proprietario. Secondo quanto dichiarato nel post ufficiale, “Anche se inizialmente stiamo sviluppando tecnologie per soddisfare i nostri obiettivi interni, crediamo che possano aprire le porte anche in aree e modi che non abbiamo immaginato”.

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Un chip cerebrale più piccolo, senza batteria e meno invasivo

L’approccio di Starfish Neuroscience si distingue per essere meno invasivo rispetto a soluzioni come Neuralink. In particolare, il chip ideato da Valve è progettato per collegare simultaneamente diverse regioni cerebrali, una caratteristica che potrebbe rivelarsi determinante per il trattamento di patologie come il Parkinson, in cui le interazioni tra diverse aree del cervello sono spesso alterate.

Secondo la startup, questo tipo di collegamento multiplo potrebbe “essere fondamentale per il trattamento di malattie come il Parkinson, in cui le interazioni tra le regioni cerebrali possono essere disfunzionali”. Ma la vera novità è nelle dimensioni: il chip misura appena 2 x 4 millimetri, meno di un’unghia, a differenza dell’impianto Neuralink, grande quanto una moneta da 2 euro. Inoltre, Starfish vuole eliminare del tutto la batteria dal dispositivo, puntando su un’alimentazione wireless per ridurre consumi ed eventuali complicazioni chirurgiche.

Tecnologia al servizio della ricerca: i prossimi passi di Starfish

Nella fase iniziale, Starfish Neuroscience non realizzerà ancora un impianto completo, ma si concentrerà sullo sviluppo di tecnologie in grado di registrare e interpretare i segnali cerebrali in modo accurato. L’obiettivo dichiarato è prima capire come leggere l’attività del cervello, per poi passare, eventualmente, a interfacce più complesse. Questo percorso graduale permette alla startup di testare la sicurezza e l’affidabilità del chip prima di puntare su applicazioni più avanzate, sia in ambito sanitario che nel settore gaming. Nel frattempo, l’azienda ha avviato una campagna di reclutamento per ampliare il proprio team di ricerca e sviluppo, segnale che l’ambizione è quella di imporsi come riferimento nell’innovazione neurotecnologica.

Neuralink e la corsa alle interfacce neurali

Mentre Valve compie i primi passi pubblici con Starfish, Neuralink – la società fondata da Elon Musk – ha già testato il proprio chip su due pazienti e sta lavorando a un nuovo dispositivo, Blindsight, pensato per restituire la vista a persone affette da cecità.

La competizione nel settore delle interfacce cervello-computer si fa quindi sempre più serrata, con ogni azienda impegnata nello sviluppo di soluzioni via via meno invasive, più sicure e più performanti. Starfish, con il suo chip ultracompatto e alimentato senza batteria, si propone come uno dei progetti più innovativi nel panorama della neuroingegneria, e sarà interessante osservare come evolverà la tecnologia e quali saranno le prime applicazioni pratiche sia in medicina che nell’intrattenimento digitale.

Fonte:

Starfish Blog

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