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Uno studio del MD Anderson Cancer Center mostra che alcune pazienti con risposta completa a chemio e radioterapia possono non avere recidive anche senza intervento
Un approccio innovativo potrebbe cambiare radicalmente il trattamento del tumore al seno in fase iniziale. Secondo uno studio condotto dal MD Anderson Cancer Center dell’Università del Texas, la chirurgia potrebbe non essere necessaria per alcune pazienti che rispondono completamente alla chemioterapia e alla radioterapia. I dati arrivano da un trial clinico di fase II, i cui risultati, pubblicati su JAMA Oncology e presentati anche al Society of Surgical Oncology 2025 Annual Meeting, mostrano che dopo cinque anni nessuna delle pazienti senza intervento ha avuto recidive.
Il dato chiave riguarda 31 donne con risposta patologica completa (pCR) alla terapia neoadiuvante, che non si sono sottoposte a intervento chirurgico ma hanno continuato con la radioterapia. Dopo un follow-up mediano di 55,4 mesi, tutte sono risultate libere da malattia, con un tasso di sopravvivenza del 100%.
Una strategia selettiva basata sulla risposta ai trattamenti
Lo studio ha coinvolto inizialmente 50 donne con tumore al seno triplo negativo o HER2-positivo, tutte con età superiore ai 40 anni e una lesione residua al seno inferiore ai 2 cm dopo chemioterapia.
Il protocollo prevedeva una biopsia con ago assistito da vuoto (VACB) guidata da imaging. Se dalla biopsia non emergevano segni di malattia, si procedeva con la radioterapia, omettendo l’intervento chirurgico. “L’assenza di recidive a cinque anni dimostra il potenziale straordinario di questa strategia senza chirurgia”, ha spiegato Henry Kuerer, oncologo e coordinatore dello studio. “Il nostro metodo, preciso e innovativo, ha permesso di identificare pazienti curate con successo senza bisogno del bisturi”.
Un primo passo verso una nuova prassi terapeutica
Si tratta del primo studio moderno, prospettico, che valuta l’eliminazione dell’intervento chirurgico per donne con tumore al seno in stadio precoce che rispondono pienamente alla terapia.
Già un precedente report, con due anni di follow-up, aveva mostrato risultati incoraggianti. L’attuale pubblicazione consolida e rafforza quel trend, offrendo nuove prospettive di trattamento per milioni di donne.
Tecnologie avanzate e selezione dei casi: la chiave del successo
La possibilità di evitare l’intervento è resa possibile dalla combinazione di farmaci chemioterapici sempre più efficaci e dall’uso di tecniche avanzate di analisi tissutale. La biopsia VACB consente un’analisi accurata del tessuto residuo, mentre le immagini guidano la selezione delle aree da esaminare.
Non si sono registrati eventi avversi gravi legati alla biopsia, né decessi associati al trattamento. Tuttavia, gli autori sottolineano che lo studio presenta alcune limitazioni, in particolare la dimensione ridotta del campione e il tempo di osservazione limitato.
Verso una nuova frontiera nel trattamento del tumore al seno
A oggi, circa 2,3 milioni di donne nel mondo ricevono ogni anno una diagnosi di tumore al seno. Da oltre un secolo, la chirurgia è considerata lo standard di trattamento per i casi non metastatici. Ma questo studio apre la porta a una gestione più personalizzata, in cui la chirurgia potrebbe non essere più necessaria per alcune pazienti selezionate.
Lo stesso studio è stato esteso a 100 partecipanti e attualmente è oggetto di ulteriori ricerche anche in Corea del Sud.
Chirurgia addio? Non ancora, ma il futuro è vicino
“Questi risultati continuano a essere molto promettenti e suggeriscono che eliminare l’intervento chirurgico nel tumore al seno invasivo potrebbe diventare un nuovo standard”, afferma Kuerer. “Offrire alle donne la possibilità di preservare il proprio corpo è un traguardo importante. Tuttavia, saranno necessari ulteriori studi clinici prima che questa strategia diventi routine”.