Un’immagine satellitare catturata dalla Mars Orbiter Camera della sonda della Nasa riaccende il dibattito: di che cosa si tratta
Un’immagine catturata dalla Mars Orbiter Camera della sonda Mars Global Surveyor nel 2001 ha riacceso un dibattito che da decenni affascina e divide scienziati e appassionati di misteri extraterrestri. La fotografia mostra una formazione quadrata con bordi sorprendentemente definiti che affiorano dalla superficie marziana. A più di vent’anni dalla sua scoperta, il fenomeno è tornato sotto i riflettori grazie a un intervento di Elon Musk, che ha rilanciato la questione suggerendo di inviare una missione umana per investigare sul posto. Ma si tratta davvero di una struttura anomala o è solo l’ennesimo caso di pareidolia, il fenomeno che porta la mente umana a riconoscere schemi familiari in immagini casuali?
Un quadrato perfetto su Marte: il dibattito si riaccende
L’immagine in questione rivela una formazione che sembra seguire un disegno geometrico preciso. Secondo alcuni sostenitori dell’ipotesi aliena, la struttura misura circa 235 metri per lato e presenta un’inclinazione di 51,5 gradi, una caratteristica che ricorda le proporzioni della Grande Piramide di Giza. Questi dettagli hanno spinto molti utenti sui social a speculare sulla possibile origine artificiale della formazione, alimentando teorie che vanno dalla presenza di antiche civiltà marziane fino a spiegazioni più fantasiose legate a interventi extraterrestri.
Elon Musk, noto per il suo interesse verso l’esplorazione spaziale e l’idea di colonizzare Marte, ha commentato la vicenda rispondendo a un post del podcaster Joe Rogan, che aveva condiviso l’immagine virale su Reddit. “Dovremmo mandare degli astronauti su Marte per indagare!”, ha scritto Musk, infiammando ulteriormente il dibattito.
Rielaborazioni delle immagini e distorsione della realtà
Come già accaduto in passato con altre presunte anomalie marziane, l’immagine condivisa sui social non è identica a quella archiviata nel database Mars Image Explorer dell’Arizona State University. Alcune versioni circolate online sembrano essere state ritoccate per accentuare il contrasto e rendere la struttura ancora più evidente. Questa pratica non è nuova: negli anni, molte fotografie di Marte sono state modificate per supportare teorie speculative, contribuendo a creare un alone di mistero attorno a formazioni del tutto naturali.
Le ipotesi: spiegazione geologica o semplice illusione?
Gli esperti invitano alla cautela e suggeriscono spiegazioni più razionali per la formazione quadrata osservata su Marte. Secondo alcuni geologi planetari, la struttura potrebbe essere il risultato di processi di fratturazione e erosione, fenomeni già osservati sulla Terra. Strutture geologiche con linee rette e angoli definiti si trovano, ad esempio, in alcune regioni della Tasmania, dove la geologia ha creato conformazioni sorprendenti che possono sembrare artificiali.
Il fenomeno della pareidolia è un’altra chiave di lettura possibile. Questa tendenza del cervello umano a riconoscere forme familiari in modelli casuali è responsabile di numerosi fraintendimenti nel corso della storia dell’esplorazione spaziale.
Dalla “Faccia di Marte” alle piramidi: un déjà-vu marziano
Non è la prima volta che un’illusione ottica alimenta teorie extraterrestri. Nel 1976, la sonda Viking 1 fotografò una formazione rocciosa che ricordava un volto umano: ribattezzata la “Faccia di Marte”, divenne rapidamente uno degli enigmi più celebri del pianeta rosso. Anni dopo, immagini a risoluzione più alta mostrarono che si trattava semplicemente di un’altura modellata da ombre e luce.
Situazioni simili si sono ripetute più volte: nel 2015, il rover Curiosity immortalò una presunta piramide marziana, rivelatasi poi una normale formazione vulcanica. Ancora nel 2024, il rover Perseverance catturò un’immagine che alcuni interpretarono come un volto umano inciso nella roccia. L’interesse per Marte e le sue presunte anomalie non sembra destinato a svanire. Tuttavia, la scienza continua a fornire spiegazioni logiche, ricordandoci che il nostro desiderio di trovare tracce di vita aliena non deve offuscare l’analisi razionale dei dati.