Indice
- 1 Poliziotti, insegnanti, sanitari: i lavori che consumano mente e corpo. Il Regno Unito guida la classifica europea dello stress lavorativo
- 2 Sanità e istruzione tra i settori più stressanti in Europa
- 3 Equilibrio vita-lavoro sempre più fragile con lo smart working
- 4 Londra e Amsterdam tra le città europee più stressate
- 5 I segnali del burnout: come riconoscere l’allarme rosso
Poliziotti, insegnanti, sanitari: i lavori che consumano mente e corpo. Il Regno Unito guida la classifica europea dello stress lavorativo
L’incertezza globale e i tagli continui nel mercato del lavoro rendono sempre più complicata la ricerca di un impiego stabile. Allo stesso tempo, l’aumento vertiginoso del costo della vita spinge milioni di lavoratori europei a resistere in ambienti professionali logoranti, dove la paura di perdere il proprio posto supera spesso il benessere psicologico. In questo contesto, il mantenimento del lavoro diventa una priorità assoluta, anche se il prezzo da pagare è uno sforzo mentale e fisico eccessivo. Secondo un recente studio condotto da Claims.co.uk, basato sui dati dell’Health and Safety Executive (HSE) britannico, i livelli di stress, ansia e depressione tra i dipendenti hanno raggiunto numeri allarmanti. La ricerca ha individuato gli agenti di polizia come la categoria più colpita nel Regno Unito, seguiti dagli assistenti sociali e dai professionisti dell’assistenza sociale e degli alloggi. Quasi una persona su cinquanta ha dichiarato che il proprio lavoro ha avuto un impatto diretto sulla propria salute mentale. “I risultati portano alla luce i ruoli lavorativi in tutto il Regno Unito che influiscono negativamente sulla salute mentale dei dipendenti”, ha dichiarato un portavoce di Claims.co.uk, sottolineando quanto il fenomeno sia radicato in diversi settori.
Sanità e istruzione tra i settori più stressanti in Europa
Allargando il raggio d’azione al resto d’Europa, la situazione non cambia. Un’indagine della società di formazione Lepaya, condotta nei Paesi Bassi, Belgio, Regno Unito e Germania, ha rilevato che due terzi dei lavoratori europei si definisce stressato. Sanità e istruzione risultano essere i comparti più logoranti. In particolare, il 56% dei dipendenti olandesi si è dichiarato stressato, contro il 67% dei belgi, il 70% degli inglesi e il 71% dei tedeschi. Orari prolungati, responsabilità elevate e ruoli a stretto contatto con il pubblico sono le cause principali. “Incoraggiare pause regolari, offrire risorse per la salute mentale e promuovere una comunicazione aperta può aiutare i dipendenti a gestire meglio la loro salute mentale”, ha ribadito il portavoce di Claims.co.uk, che suggerisce anche la promozione di forme di lavoro flessibile e programmi di benessere aziendale. Tuttavia, la percezione della responsabilità nella gestione dello stress varia da Paese a Paese. Il 29% degli olandesi ritiene che spetti ai dipendenti stessi affrontare il problema, contro il 51% dei tedeschi.
Equilibrio vita-lavoro sempre più fragile con lo smart working
La crescente diffusione del lavoro da remoto ha modificato drasticamente i confini tra vita privata e professionale. In molti casi, i dipendenti si trovano costantemente reperibili, specialmente in settori come i servizi di emergenza e le piccole imprese. Todd Davison, direttore generale di Purbeck Personal Guarantee Insurance, ha dichiarato in un sondaggio di YouGov: “Per alcune persone non è possibile scegliere di staccare completamente. La passione per il proprio lavoro non si ferma alle 17 o all’inizio di una vacanza”. Questa dinamica, se da un lato ha offerto maggiore flessibilità, dall’altro ha acuito il senso di isolamento e il carico mentale. Secondo Lepaya, il 57% dei lavoratori olandesi e tedeschi desidera maggiore supporto dai propri datori di lavoro per la gestione dello stress, percentuale che sale al 65% nel Regno Unito e al 67% in Belgio. Sarah Albon, direttrice generale dell’HSE, ha dichiarato: “Prevenire o affrontare lo stress legato al lavoro può portare benefici enormi, sia ai dipendenti sia alle aziende, migliorando la produttività e riducendo l’assenteismo”.
Londra e Amsterdam tra le città europee più stressate
Il fenomeno dello stress lavorativo non riguarda solo i singoli settori ma anche le grandi città europee. Londra si posiziona al primo posto tra le città più stressate d’Europa. Secondo uno studio di Instant Offices, il 91% dei lavoratori britannici ha sperimentato livelli “elevati o estremi” di stress nell’ultimo anno, con circa il 20% costretto ad assentarsi dal lavoro per problemi di salute mentale. Le ricerche mensili su Google legate al burnout a Londra superano le 2.240 unità. Anche Amsterdam (520 ricerche) e Berlino (420) mostrano un interesse crescente per il tema. Tra le principali cause di stress vi sono il sovraccarico di lavoro, le ore straordinarie non retribuite, il senso di isolamento e la paura di perdere il proprio posto. A queste si aggiungono le preoccupazioni per la sicurezza in ufficio, il bullismo sul posto di lavoro e la pressione a trovare un impiego meglio retribuito per far fronte alle difficoltà economiche.
I segnali del burnout: come riconoscere l’allarme rosso
Il burnout non è un semplice stato di stanchezza: si manifesta con sintomi ben precisi. Difficoltà di concentrazione, perdita di motivazione, calo della soddisfazione per il proprio lavoro sono segnali inequivocabili. A questi si aggiungono stanchezza cronica, irritabilità, mal di testa frequenti e disturbi del sonno. In alcuni casi si riscontrano anche cambiamenti nelle abitudini alimentari. Questi sintomi, se ignorati, possono evolvere in problemi di salute mentale più gravi, con un impatto devastante sia sulla sfera personale che professionale. Per questo motivo, Claims.co.uk sottolinea l’importanza di intervenire tempestivamente, adottando politiche aziendali orientate al benessere psicofisico e promuovendo un ambiente lavorativo che non penalizzi la qualità della vita dei dipendenti.
Fonte:
Index Digital | 10 Most Stressful Professions In The UK Revealed
