Scottature solari: quando preoccuparsi e cosa fare

Alcune possono esser considerate innocue e per questo sottovalutate, ma in alcuni casi serve il pronto soccorso: i segnali da non ignorare

Le scottature solari sono un problema diffuso durante l’estate. Spesso sottovalutate, nella maggior parte dei casi si risolvono da sole con qualche accorgimento. Tuttavia, non tutte le ustioni solari sono uguali: in alcuni casi, il danno può essere serio e richiedere cure mediche. Secondo il National Cancer Institute, ogni anno si registrano migliaia di accessi in pronto soccorso causati da scottature gravi.

La scottatura avviene quando le radiazioni ultraviolette (UV) danneggiano la pelle, provocando un’infiammazione visibile sotto forma di rossore, dolore e desquamazione. Il sole emette tre tipi di raggi UV: UVA, UVB e UVC. Fortunatamente, i raggi UVC vengono bloccati dallo strato di ozono. Gli UVA, invece, accelerano l’invecchiamento cutaneo, mentre gli UVB sono i principali responsabili delle scottature. “Diciamo che B sta per ‘burn’” – spiega il dermatologo Joe Tung, direttore della clinica dermatologica UPMC – “perché sono proprio gli UVB a causare le ustioni della pelle”.

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Scottature ripetute e tumori della pelle

Una scottatura è un evento acuto, ma gli effetti sono cumulativi nel tempo. Anche dopo la guarigione visibile, la pelle conserva segni microscopici permanenti sul DNA. “È come se il danno restasse inciso a lungo termine,” afferma Tung. Ripetute esposizioni al sole, senza protezione adeguata, aumentano il rischio di melanoma, il tumore cutaneo più aggressivo.

Secondo l’American Cancer Society, subire cinque scottature nel corso della vita può raddoppiare la probabilità di sviluppare un melanoma. La prognosi cambia drasticamente in base alla tempestività della diagnosi: la sopravvivenza a cinque anni supera il 99% se il tumore viene identificato in fase iniziale, ma scende al 35% se si diffonde.

Molti dermatologi sottolineano che i casi di melanoma stanno aumentando anche nei giovani adulti, specialmente nelle donne, probabilmente a causa di esposizioni solari non protette e dell’uso di lettini abbronzanti.

Tipologie di scottature: come riconoscerle

Le scottature di primo grado sono le più comuni. Colpiscono solo l’epidermide e si presentano con rossore, prurito e sensibilità al tatto entro 12-24 ore dall’esposizione. Dopo qualche giorno, la pelle inizia a desquamarsi: un processo naturale di eliminazione delle cellule danneggiate.

Nel caso di scottature di secondo grado, le radiazioni penetrano nel derma, provocando vesciche, gonfiore e dolore intenso. Queste lesioni possono infettarsi e talvolta richiedono cure mediche.
Le ustioni di terzo grado, rarissime, colpiscono lo strato sottocutaneo e i nervi. In questi casi, la pelle può apparire bianca, coriacea o insensibile, e la persona può accusare confusione, nausea, febbre o brividi. Sono sintomi di un’emergenza medica e richiedono immediato ricovero ospedaliero.

Falsi miti: abbronzatura e nuvole non ti proteggono

Uno degli errori più comuni è credere che non ci si possa scottare se il cielo è coperto. Ma i raggi UV attraversano le nuvole: una giornata nuvolosa può comunque causare ustioni. Un altro mito riguarda la cosiddetta “tintarella di base”, cioè un’abbronzatura leggera all’inizio della stagione estiva per “preparare la pelle”. In realtà, non offre alcuna protezione. Al contrario, è un primo segno di danno cellulare.

“Molte persone applicano la crema solare in modo insufficiente e irregolare,” avverte la dermatologa Christie Regula. “Se passi una settimana al mare e non finisci un’intera confezione di crema, vuol dire che non ne hai usata abbastanza.”

Anche chi oggi evita il sole non è esente da rischi, se in passato ha avuto scottature gravi. “Il rischio è cumulativo. Il danno può emergere anche dopo anni, spesso in età avanzata.”

Trattare le scottature: cosa funziona davvero

Per la maggior parte delle scottature leggere, il trattamento domiciliare è sufficiente. I rimedi includono:

  • applicazione di lozioni idratanti senza profumo (come CeraVe o Cetaphil),
  • gel di aloe vera per effetto lenitivo,
  • impacchi freddi per ridurre il calore.

È importante bere molta acqua per compensare la disidratazione cutanea, soprattutto in caso di vesciche. In caso di segni di infezione (pus, febbre, rossore esteso), è bene consultare un medico.

“Le scottature di secondo grado, o con sintomi sistemici come brividi o nausea, richiedono attenzione. Non sono banali,” ricorda Tung. Per i casi più gravi, con ustioni profonde e sintomi simili all’influenza, è necessario recarsi al pronto soccorso.

Prevenzione: la miglior cura è evitare la scottatura

Proteggersi dal sole è più semplice che curare una scottatura. I dermatologi raccomandano:

  • creme solari ad ampio spettro con SPF 30 o superiore,
  • riapplicazione ogni due ore o dopo il bagno,
  • uso di indumenti con protezione UV, che non necessitano di essere riapplicati.

Marchi sportivi come Columbia, Decathlon o Uniqlo offrono linee di abbigliamento anti-UV anche a costi accessibili. Cappello a tesa larga e occhiali da sole sono essenziali per la protezione di viso e occhi.

Cresce la consapevolezza, ma serve continuità

Negli ultimi anni, la consapevolezza sull’importanza della protezione solare è cresciuta. I melanomi vengono diagnosticati prima e questo ha portato a una riduzione della mortalità. “Negli anni ‘80 e ‘90 si metteva la crema solare una volta al giorno, se andava bene,” racconta Mount. “Oggi molte famiglie sono più attente, ma c’è ancora strada da fare.”

Alcuni paesi hanno installato distributori pubblici di crema solare gratuita in parchi e aree gioco, grazie a progetti simili a quello ideato da Sun Smart Pittsburgh, che ha già posizionato 27 dispenser in spazi pubblici. Iniziative di questo tipo sono semplici ma efficaci, e vanno replicate su più larga scala.

Fonte:
When is a sunburn cause for concern?

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