Ogni quanto vai in bagno? La cadenza intestinale rivela lo stato di salute

Dalla frequenza ai segnali invisibili: cosa dicono le feci su microbiota, infiammazioni e rischio di malattie croniche: lo studio dell’Istituto di Biologia dei Sistemi

Non tutti ci pensano, ma il modo in cui il nostro corpo si libera può essere una cartina tornasole sorprendentemente accurata del nostro benessere. Secondo un team di ricercatori dell’Institute for Systems Biology, la frequenza delle evacuazioni è un potente indicatore della salute generale, soprattutto di quella intestinale. Il professor Sean Gibbons, autore principale dello studio, ha analizzato il ritmo di defecazione di 1.400 adulti sani, escludendo soggetti con patologie o in terapia farmacologica. Il risultato? I migliori indici di salute si registrano tra chi va in bagno una o due volte al giorno. Lo stesso Gibbons precisa: “Estenderei la fascia sicura anche a chi va ogni due giorni. Tra una volta ogni 48 ore e due volte al giorno si è in una zona piuttosto protetta”. Non a caso, alcune persone si vantano di andare in bagno “ogni mattina alle 10 in punto”, come fosse un rituale di benessere.

Le altre notizie del canale SALUTE E BENESSERE

Cosa succede se si va troppo o troppo poco

Lo studio ha identificato quattro categorie: stipsi (1–2 volte a settimana), basso-normale (3–6 a settimana), alto-normale (1–3 volte al giorno) e diarrea. Nel mezzo si trova quella che Gibbons chiama la “zona Goldilocks”, ovvero né troppo né troppo poco. Quando le feci ristagnano troppo nel tratto intestinale, i microbi esauriscono le fibre alimentari e iniziano a metabolizzare le proteine. Questo processo produce tossine dannose, come indossil solfato e trimetilammina, associate a malattie renali croniche e disturbi cardiovascolari.
Al contrario, una frequenza eccessiva come quella della diarrea è correlata a marker infiammatori elevati, tra cui la proteina C reattiva, e a segni di stress epatico nel sangue. Sebbene esista una naturale variabilità, cambiamenti anomali nel ritmo intestinale possono essere campanelli d’allarme che meritano attenzione.

La forma delle feci è un indicatore clinico

La consistenza conta quanto la frequenza. Esiste una scala ufficiale – la Bristol Stool Scale – che suddivide le feci in sette categorie, da palline dure a liquido acquoso. Il formato ottimale? “Steli a forma di salsiccia che scivolano con facilità, come una foca atlantica”, ironizza lo studio. Anche lo sforzo è indicativo: evacuare non dovrebbe sembrare né un’impresa sportiva, né un cedimento improvviso. L’equilibrio perfetto, in questo caso, è uno sforzo minimo con risultati regolari e ben formati.

Cosa fare per regolarizzare il ritmo intestinale

Seguire uno stile di vita sano è la chiave per mantenere l’equilibrio della motilità intestinale. Lo studio ha evidenziato che chi evacua regolarmente tende a:

  • mangiare più frutta e verdura
  • essere più attivo fisicamente
  • bere abbondante acqua

Altre strategie consigliate sono l’uso di fibre alimentari supplementari e l’introduzione di alimenti come semi di lino e chia. Ma ci sono anche mode da evitare: farmaci per il controllo del peso come Wegovy e Ozempic rallentano il transito intestinale, così come le diete iperproteiche, che favoriscono una fermentazione proteica dannosa, specie nei giovani. “C’è molta evidenza che suggerisce un legame con il diabete di tipo 2”, osserva Gibbons.

Ogni seduta può essere un check-up di salute

Rivedere il proprio rapporto con il bagno significa anche prendersi cura del microbiota intestinale, un ecosistema chiave per il nostro sistema immunitario. “La frequenza con cui si va in bagno è uno dei principali fattori di variazione del nostro ecosistema microbico intestinale”, spiega Gibbons. Monitorare cambiamenti, mantenere un ritmo costante e preferire una dieta a base vegetale possono ridurre il rischio di invecchiamento precoce e malattie croniche. Insomma, ogni volta che ti siedi sul trono, stai inconsapevolmente facendo un piccolo controllo medico.

Fonte:

Science Focus – BBC

Correlati