Bevande energetiche, un rischio sottovalutato

Cosa contengono davvero le energy drink, chi rischia di più e quali sono gli effetti sul cuore e sui vasi sanguigni: un’analisi completa tra benefici nulli e potenziali pericoli

Le bevande energetiche sono diventate un colosso da miliardi di dollari, tra i supplementi più consumati al mondo dopo le vitamine. Eppure, non sono regolamentate dalla FDA (Food and Drug Administration) perché classificate come integratori, e non come alimenti o farmaci. Questo le colloca in una zona grigia normativa, una sorta di “Far West” commerciale, dove gli ingredienti stimolanti come caffeina, taurina e guaranà possono essere venduti liberamente senza limiti precisi. Queste sostanze agiscono sul cuore, alterandone il ritmo, la pressione sanguigna e il funzionamento del sistema elettrico che regola i battiti.

In una persona con cuore sano, bere una bevanda energetica potrebbe non avere conseguenze gravi o immediate. Tuttavia, negli individui predisposti, anche una singola lattina può scatenare reazioni pericolose. E il problema è che, in molti casi, non si sa di essere vulnerabili fino a quando non è troppo tardi.

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Chi rischia di più bevendo energy drink?

Non solo adolescenti: il pericolo è per chi ha problemi cardiaci

Tra i soggetti più a rischio ci sono coloro con patologie genetiche cardiache o con una pompa cardiaca indebolita. Malattie come la cardiomiopatia ipertrofica, la sindrome del QT lungo, la cardiomiopatia aritmogena e la tachicardia ventricolare catecolaminergica polimorfa possono colpire anche giovani apparentemente sani. Circa una persona su 200 è affetta da una di queste condizioni, che possono aumentare il rischio di morte improvvisa.

Il cuore sano tollera, quello fragile no

Mentre un cuore sano riesce a gestire la caffeina, anche in dosi moderate, un cuore fragile può non essere in grado di sopportarla. Alcune bevande energetiche contengono oltre 200 mg di caffeina in una sola lattina, cioè più della metà del limite giornaliero consigliato di 400 mg per gli adulti. Questo dettaglio dovrebbe far riflettere, soprattutto chi ha una storia clinica o familiare di disturbi cardiaci.

Energy drink e rischio ictus: un legame sottovalutato

Gli effetti delle bevande energetiche non si fermano al cuore. Alcuni studi suggeriscono che il consumo prolungato di queste sostanze possa aumentare il rischio di ictus, a causa dell’impatto sulla circolazione sanguigna. Le sostanze stimolanti contenute negli energy drink provocano una costrizione dei vasi sanguigni, cioè un restringimento che può alterare la pressione e la portata del flusso ematico.

Nel lungo termine, questo stato di “tensione vascolare” può modificare il modo in cui cuore e arterie reagiscono agli stimoli, contribuendo a creare un terreno favorevole per eventi cerebrovascolari. Anche in questo caso, la percezione del rischio è spesso sottovalutata, soprattutto tra i giovani adulti e gli sportivi.

Bevande energetiche: benefici nulli e molti dubbi

Per chi sono davvero “sicure”?

Secondo gli esperti, il consumo moderato di energy drink è sicuro solo per 199 persone su 200, ovvero per chi non presenta anomalie cardiache, né assume farmaci che potrebbero interagire con la caffeina. Ma c’è un punto chiave da considerare: chi può davvero dirsi certo di rientrare in quella maggioranza senza aver fatto controlli specifici?

Un settore da studiare meglio

Oltre al cuore, ci sono poche evidenze scientifiche sui benefici reali di queste bevande. Al contrario, crescono gli interrogativi sugli effetti a lungo termine. Come affermano i ricercatori, “consumare la cosa sbagliata, nel momento sbagliato e nella persona sbagliata è la ricetta perfetta per la catastrofe”. Anche la caffeina, da sola, può interagire negativamente con altri farmaci, amplificandone o alterandone l’effetto.

Fonte:
Are energy drinks bad for your health?

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