Prompt senza errori, come ottenere il meglio da ChatGPT

Scrivere troppo, usare frasi inutili, dare troppe istruzioni: ecco perché la maggior parte degli assistenti virtuali non capisce quello che vogliamo

Molti utenti si domandano il perché le risposte di ChatGPT siano spesso vaghe, superficiali o fuori tema. La colpa, nella maggior parte dei casi, non è del modello, ma di come gli viene posta la domanda. L’errore più diffuso consiste nel voler spiegare tutto fin nei minimi dettagli, come se ci si rivolgesse a un bambino. Questo approccio prolisso non solo rallenta la risposta, ma rende anche il messaggio meno chiaro. “Più è dettagliato, meglio funziona”, pensano in tanti. In realtà è vero il contrario: i prompt più sintetici e diretti producono risultati nettamente migliori. Studi recenti lo confermano. In particolare, una ricerca del 2024 condotta da Stanford in collaborazione con OpenAI ha dimostrato che i prompt brevi e mirati generano risposte più pertinenti, più rapide e meno dispersive. La precisione non sta nella quantità di parole, ma nell’efficacia delle istruzioni.

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Prompt troppo lunghi? Ecco perché non funzionano

Il primo errore da evitare è quello di scrivere prompt lunghi e articolati. I chatbot come ChatGPT sono già molto bravi a comprendere il contesto, quindi non hanno bisogno di spiegazioni estese o di formule gentili. Anzi, queste aggiunte rallentano l’elaborazione e creano ambiguità. Invece di chiedere: “Mi potresti gentilmente consigliare quali scarpe da corsa scegliere per chi si avvicina alla corsa per la prima volta?”, è molto più efficace scrivere: “Confronta scarpe da running per principianti”. Poche parole, ma chiare. I numeri parlano chiaro: prompt sotto le 12 parole aumentano la precisione delle risposte del 22% e riducono il tempo di risposta del 40%.

L’importanza del verbo all’inizio

Un secondo trucco fondamentale è iniziare ogni prompt con un verbo d’azione. “Potresti aiutarmi a…” è una formula da evitare. Meglio usare verbi precisi come: “Riassumi”, “Confronta”, “Riscrivi”, “Elenca”, “Spiega”. Questi verbi indicano immediatamente cosa ci si aspetta dal modello, senza lasciar spazio a interpretazioni. Ad esempio, un prompt come “Confronta contorni facili per barbecue” porta a una risposta concreta, ordinata, utile. L’AI lavora meglio quando riceve istruzioni operative, non quando viene invitata a una conversazione amichevole.

Il metodo a catena: un passo alla volta per prompt migliori

Aggiungi i dettagli solo quando servono

Il terzo errore frequente consiste nel inserire troppe informazioni tutte insieme. L’approccio più produttivo è invece quello a “catena”: si parte da una richiesta semplice e si aggiungono dettagli man mano. Così si ha il controllo sull’evoluzione della risposta. Per esempio, invece di scrivere subito: “Spiegami l’informatica quantistica come se avessi 12 anni, con esempi pratici e metafore facili”, conviene procedere in tre passaggi:

  1. “Definisci informatica quantistica in una frase”
  2. “Aggiungi una metafora semplice”
  3. “Elenca 3 applicazioni pratiche”

Questo metodo consente di guidare ChatGPT passo dopo passo, evitando errori grossolani, risposte troppo vaghe o incomplete. In più, consente di correggere eventuali deviazioni lungo il percorso.

Quando i prompt lunghi servono davvero

Contesti creativi e ruoli professionali

Ci sono casi in cui dettagli extra fanno la differenza. È il caso dei prompt che chiedono all’AI di assumere un ruolo, imitare uno stile, o lavorare su un contenuto creativo. Per esempio: “Rispondi come un barista napoletano che spiega come si fa un buon caffè”, oppure “Scrivi una favola moderna sui social media”. In questi casi, i dettagli non sono ridondanti: sono istruzioni precise che guidano la personalità e il tono della risposta. Lo stesso vale per chi chiede consulenze simulate: “Ragiona come un consulente legale esperto di privacy” oppure “Comportati come un allenatore motivazionale”. In queste situazioni, le indicazioni non appesantiscono il prompt, ma lo arricchiscono di contesto utile.

Stili e toni personalizzati

Quando si desidera un testo con un tono particolare, è utile essere specifici. Un prompt come “Spiega perché la pizza hawaiana è controversa nello stile di Umberto Eco” trasforma radicalmente la qualità del risultato. Anche in questo caso, ogni parola aggiuntiva ha uno scopo: guidare l’output. Il problema nasce solo quando si inseriscono dettagli irrilevanti, inutili o emozionali.

Prompt efficaci: cosa scrivere e cosa evitare

Per comunicare bene con ChatGPT, occorre imparare l’arte dell’essenzialità strategica. Bisogna sapere quali informazioni inserire e quali lasciare fuori. Ecco alcuni esempi:

Informazioni essenziali da inserire:

  • Tipo di risposta desiderata: elenco, paragrafo, tabella
  • Tono: formale, tecnico, divulgativo
  • Limiti specifici: lunghezza massima, destinatario

Elementi da evitare:

  • Frasi come “Avrei bisogno, se possibile…”
  • Spiegazioni personali eccessive
  • Dettagli emotivi o irrilevanti

Un esempio di prompt sbagliato: “Mi serve questa email perché ho litigato con il capo e non so come spiegargli la situazione…”
Prompt corretto: “Riscrivi questa email in tono formale”

L’intelligenza artificiale non ha bisogno di empatia, ha bisogno di comandi chiari. Trattare ChatGPT come uno strumento professionale e non come un amico rende l’interazione molto più produttiva.

Il trucco finale: crea una raccolta dei tuoi prompt migliori

Chi usa regolarmente ChatGPT può costruirsi nel tempo una vera e propria collezione di “prompt magici”: formule brevi da 3-5 parole che funzionano sempre per uno specifico tipo di richiesta. Ad esempio:

  • “Riassumi articolo scientifico”
  • “Confronta fotocamere compatte”
  • “Riscrivi CV in inglese”
    Averli a portata di mano velocizza il lavoro e massimizza l’efficacia della comunicazione. La semplicità, in questo caso, è la vera arma segreta.

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