Sconfiggere la povertà senza superare i limiti climatici è possibile

Per riuscire “è fondamentale agire su tre fronti: aumentare i servizi dove sono insufficienti, migliorarne l’efficienza, e distribuire equamente le risorse evitando sprechi”

Un nuovo studio internazionale dimostra che è possibile eliminare la povertà estrema senza compromettere gli obiettivi climatici globali. Di fronte a un mondo in cui miliardi di persone vivono senza i servizi essenziali e il cambiamento climatico si intensifica, la ricerca sottolinea l’urgenza di un’azione decisa e tempestiva. Secondo gli scienziati, garantire a tutti standard minimi di vita dignitosa e rimanere entro i limiti dell’Accordo di Parigi sono due traguardi compatibili, se si riducono le emissioni con decisione. L’analisi è stata guidata da Jarmo Kikstra, ricercatore presso l’IIASA (International Institute for Applied Systems Analysis), ed è stata pubblicata sulla rivista Environmental Research Letters. Il team ha preso in esame diversi scenari energetici globali, confrontando quelli allineati agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDG) con quelli basati sulle tendenze attuali, per valutare se sia possibile offrire servizi vitali come riscaldamento, trasporti, istruzione e sanità senza aumentare l’inquinamento globale.

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Il modello DESIRE e le differenze tra gli scenari energetici

Lo studio ha utilizzato il nuovo modello DESIRE per confrontare gli scenari incentrati sullo sviluppo sostenibile con quelli più conservativi.
Un dato sorprendente emerso dall’analisi è che gli scenari sostenibili riducono drasticamente il numero di persone che vivono sotto la soglia minima di consumo energetico.

In particolare, si stima che il numero di individui senza accesso all’energia necessaria per soddisfare i bisogni domestici di base possa calare di oltre il 90% adottando politiche energetiche ambiziose. Inoltre, le emissioni richieste per sostenere standard dignitosi di vita risultano molto inferiori alle emissioni globali attuali.

La povertà non è un ostacolo agli obiettivi climatici

“I nostri risultati sfidano l’idea che eliminare la povertà e proteggere il pianeta siano obiettivi in conflitto”, afferma Kikstra. “L’energia necessaria per garantire la dignità umana è minima rispetto al consumo globale”. Tuttavia, uno sviluppo davvero sostenibile richiede tassi di crescita più alti nei Paesi a basso reddito, rispetto a quelli registrati finora. Per riuscirci, servono forti impegni di sviluppo e supporto internazionale coordinato.

Efficienza, crescita e giustizia sociale come leve per il cambiamento

Secondo Shonali Pachauri, coautrice e responsabile del gruppo di ricerca IIASA su soluzioni istituzionali e sociali, “è fondamentale agire su tre fronti: aumentare i servizi dove sono insufficienti, migliorarne l’efficienza, e distribuire equamente le risorse evitando sprechi”.

Bas van Ruijven, anch’egli coautore e leader del gruppo Sustainable Service Systems, evidenzia l’importanza dello studio: “È il primo a unire ricerche dettagliate sui bisogni energetici con modelli globali per la riduzione delle emissioni. Se si agisce con intelligenza, il fabbisogno energetico futuro potrebbe ridursi di un terzo, azzerando le emissioni”.

Un futuro giusto e sostenibile è ancora raggiungibile

La ricerca evidenzia che circa un terzo del consumo energetico globale sarebbe sufficiente per garantire standard di vita dignitosi a tutta la popolazione mondiale. I restanti due terzi, oggi, sono destinati a usi non essenziali.
Entro vent’anni, più della metà della popolazione mondiale potrebbe vivere con standard di vita oltre il doppio del minimo necessario nel settore edilizio, e tutto questo senza superare i limiti climatici.

Kikstra conclude: “Offrire i servizi essenziali alle persone non distruggerà il pianeta, almeno non dal punto di vista energetico. È possibile garantire una vita dignitosa a tutti e rispettare gli obiettivi climatici, ma servono scelte rapide e decisive”.

Fonte:
Environmental Research Letters

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