Indice
Scoperto un filamento che collega quattro ammassi galattici nel superammasso di Shapley
Un team internazionale guidato da Konstantinos Migkas, dell’Osservatorio di Leida nei Paesi Bassi, ha scoperto una struttura cosmica straordinaria: un enorme filamento di gas caldo che collega quattro ammassi di galassie. Secondo i ricercatori, questo ponte celeste potrebbe contenere una frazione significativa della materia ordinaria mancante dell’universo, invisibile ma fondamentale per spiegare il comportamento delle galassie e la coerenza dei modelli cosmologici. L’osservazione è stata resa possibile grazie ai telescopi spaziali Xmm-Newton dell’ESA e Suzaku della JAXA, che hanno combinato la visione ai raggi X con dati ottici da altri strumenti. Con una temperatura di oltre 10 milioni di gradi e una massa dieci volte quella della Via Lattea, il filamento si estende nel vicino universo tra ammassi che fanno parte del Superammasso di Shapley, una delle strutture più imponenti dell’universo locale.
Una scoperta che conferma i modelli cosmologici
Il filamento si estende per 23 milioni di anni luce
La rete di gas si sviluppa in diagonale per circa 23 milioni di anni luce, un’estensione pari a 230 volte il diametro della Via Lattea. Le sue estremità uniscono due coppie di ammassi galattici appartenenti al Superammasso di Shapley, che include oltre 8mila galassie.
Secondo Konstantinos Migkas, primo autore dello studio e astronomo all’Osservatorio di Leiden, «per la prima volta i nostri risultati sono perfettamente allineati con il modello cosmologico standard». Questo segna un traguardo significativo: «le simulazioni avevano ragione», sottolinea lo scienziato. Fino ad ora, le ricerche precedenti avevano identificato alcuni filamenti, ma la loro debolezza rendeva difficile isolarli dalla luce di buchi neri e galassie circostanti.
Un’indagine con tecnologie complementari
Xmm-Newton e Suzaku, tandem perfetto nel cielo
La struttura è stata studiata grazie all’azione sinergica di due telescopi spaziali: Suzaku, che ha fornito una mappa estesa della tenue emissione X, e Xmm-Newton, capace di distinguere con precisione le sorgenti contaminanti, come buchi neri supermassicci presenti lungo la linea di osservazione.
«Grazie a Xmm-Newton abbiamo potuto eliminare il rumore cosmico e concentrarci solo sul gas del filamento», spiega Florian Pacaud, coautore dello studio dell’Università di Bonn. I dati ottici di supporto hanno poi permesso di confermare l’esistenza e le caratteristiche della struttura, che si presenta esattamente come previsto dalle simulazioni cosmologiche su larga scala.

La ragnatela cosmica prende forma
I filamenti legano le strutture più estreme dell’universo
Questa scoperta è un passo avanti nella comprensione della cosiddetta “rete cosmica”, un’enorme ragnatela invisibile che sostiene l’impalcatura dell’universo. I nodi più densi di questa rete – dove si formano galassie e ammassi – sono connessi da lunghi filamenti di gas e materia oscura, talmente tenui da risultare quasi irrintracciabili.
Una simulazione realistica mostra questa rete: al centro, un ammasso galattico; ai lati, in blu-viola la densità di materia oscura, in rosso-arancio quella del gas visibile. «Questa ricerca è un esempio perfetto di collaborazione tra strumenti spaziali», afferma Norbert Schartel, del progetto Xmm-Newton. «Conferma la validità del nostro modello cosmologico e dimostra che la materia mancante è davvero nascosta in filamenti sottili che attraversano il cosmo».
Un’indagine che apre nuove frontiere
Alla ricerca della materia visibile scomparsa
Da decenni gli scienziati cercano di colmare il vuoto rappresentato dalla cosiddetta materia barionica mancante: la materia ordinaria che dovrebbe essere presente, ma che non viene rilevata direttamente. Questa nuova osservazione rappresenta una prova concreta che parte di essa si trovi in strutture diffuse e calde come quella appena rilevata.
La tecnica combinata adottata dai due telescopi potrà ora essere applicata su scala più ampia per cercare altri filamenti simili. Questo studio potrebbe così aprire la strada a una mappa più completa dell’universo visibile, fornendo nuovi strumenti per comprendere come si è evoluta la materia dopo il Big Bang.
Leggi l’articolo della scoperta:
Detection of pure warm-hot intergalactic medium emission from a 7.2 Mpc long filament in the Shapley supercluster using X-ray spectroscopy | Astronomy & Astrophysics (A&A)