Indice
- 1 L’acquisto della startup fondata da Jony Ive porta OpenAI verso una nuova era dei dispositivi intelligenti
- 2 Chi sono i protagonisti e come cambierà OpenAI
- 3 Nuovi dispositivi OpenAI: cosa aspettarsi dopo l’acquisizione
- 4 Impatto sull’ecosistema Apple: sfida aperta
- 5 OpenAI non si ferma: altre acquisizioni in vista
L’acquisto della startup fondata da Jony Ive porta OpenAI verso una nuova era dei dispositivi intelligenti
L’acquisizione di io Products da parte di OpenAI rappresenta uno degli eventi più discussi del settore tecnologico degli ultimi anni. La startup, creata nel 2023 da Jony Ive, storico designer di Apple, noto per aver rivoluzionato il design di iPhone e MacBook, passa sotto il controllo della società guidata da Sam Altman per una cifra di 6,5 miliardi di dollari. L’obiettivo dichiarato è “creare una famiglia di prodotti per l’era dell’intelligenza generativa”, proiettando OpenAI tra i protagonisti dell’hardware di nuova generazione. Si tratta dell’acquisizione più costosa della storia di OpenAI, e arriva in un momento in cui il colosso dell’IA intende ampliare la propria influenza, rafforzando la competitività rispetto a player tradizionali come Apple, che negli ultimi anni ha faticato a stare al passo nell’innovazione dell’intelligenza artificiale.
A fare notizia, oltre ai numeri, sono anche i protagonisti: “Ho una crescente sensazione che tutto ciò che ho imparato negli ultimi 30 anni mi abbia portato a questo momento”, ha dichiarato Ive commentando l’accordo. Una dichiarazione che lascia trasparire l’ambizione di un progetto destinato a cambiare il panorama tecnologico globale.
Chi sono i protagonisti e come cambierà OpenAI
L’intesa, annunciata in un video informale da Altman e Ive davanti a un caffè, affonda le sue radici in una collaborazione iniziata due anni fa. Già a marzo, fonti di settore anticipavano la possibilità che OpenAI e io Products lavorassero insieme per dare vita a dispositivi capaci di integrare una versione avanzata della tecnologia vista nel film “Her”.
io Products, oltre a Jony Ive, riunisce alcuni dei principali ingegneri usciti da Apple, come Scott Cannon, Evans Hankey e Tang Tan. Tuttavia, secondo Bloomberg, “Ive continuerà a guidare la sua società di design LoveFrom, restando indipendente da OpenAI, ma occupandosi comunque del design dei nuovi dispositivi e del software”.
L’accordo prevede che circa 55 tra ingegneri hardware, sviluppatori e specialisti di produzione si uniscano alla squadra di OpenAI, integrando la ricerca con le competenze avanzate sviluppate nel mondo Apple. “Abbiamo riunito i migliori ingegneri hardware e software, i migliori tecnologi, fisici, scienziati, ricercatori ed esperti in sviluppo prodotto e produzione. Molti di noi hanno lavorato insieme per decenni. Il team di io Products, concentrato sullo sviluppo di prodotti che ispirano, potenziano e abilitano, ora si fonderà con OpenAI per lavorare in modo più intimo con i team di ricerca, ingegneria e prodotto di San Francisco”, hanno affermato Ive e Altman in un post congiunto.
Nuovi dispositivi OpenAI: cosa aspettarsi dopo l’acquisizione
Secondo le anticipazioni, i primi dispositivi nati dalla collaborazione tra OpenAI e il team di io Products sono attesi per il 2026. Nonostante le voci di mercato parlino di possibili “iPhone killer”, Altman ha chiarito che il nuovo prodotto non mira a sostituire lo smartphone: “Così come lo smartphone non ha fatto sparire il laptop, non credo che il nostro primo prodotto farà sparire lo smartphone, è una cosa completamente nuova”.
Lo stesso entusiasmo traspare dalle parole di Ive: “Il primo prodotto su cui il team ha lavorato ha letteralmente catturato la nostra immaginazione. Sono assolutamente certo che siamo letteralmente sull’orlo di una nuova generazione di tecnologia che può aiutarci a diventare la nostra versione migliore”.
Altman ha aggiunto: “Jony mi ha recentemente dato uno dei prototipi del dispositivo per la prima volta da portare a casa, e sono stato in grado di viverci, e penso che sia il pezzo di tecnologia più straordinario che il mondo abbia mai visto”.
Il futuro della collaborazione potrebbe portare a dispositivi innovativi, tra cui nuove cuffie smart e soluzioni integrate con fotocamere, progettate per ridefinire il rapporto tra utenti e intelligenza artificiale.
Impatto sull’ecosistema Apple: sfida aperta
L’accordo tra OpenAI e io Products arriva in un momento delicato per Apple, che secondo Bloomberg sta affrontando sfide crescenti sul fronte dell’intelligenza artificiale. La piattaforma AI lanciata da Cupertino lo scorso anno non è riuscita a competere pienamente con le soluzioni dei rivali, dipendendo in parte anche dalla tecnologia ChatGPT di OpenAI per alcune funzioni avanzate.
La reazione dei mercati non si è fatta attendere: nella giornata successiva all’annuncio, le azioni Apple sono scese fino al 2,3% a New York, e dall’inizio dell’anno avevano già perso il 17%.
“Jobs una volta aveva descritto Ive come il suo ‘partner spirituale’ e questa nuova avventura nel design di tecnologie rivali potrebbe essere vista come un cattivo presagio per Apple”, afferma una nota economica, sottolineando come la collaborazione tra Altman e Ive rischi di spostare gli equilibri nel mondo dell’hardware e del software di nuova generazione.
OpenAI non si ferma: altre acquisizioni in vista
Nonostante l’acquisizione di io Products sia già un evento di enorme portata, OpenAI non sembra intenzionata a fermarsi qui. L’azienda, che ha raggiunto una valutazione di 300 miliardi di dollari, sta valutando anche l’acquisto di Windsurf, una società specializzata in software per la programmazione AI, per un’operazione stimata attorno ai 3 miliardi di dollari.
Queste manovre confermano la volontà di Altman di rafforzare la posizione di OpenAI sia sul fronte hardware che software, lanciando segnali forti a competitor storici come Apple e agli altri giganti della Silicon Valley.
L’acquisizione e le partnership con protagonisti come Jony Ive suggeriscono che il prossimo futuro della tecnologia potrebbe vedere una nuova corsa agli “oggetti intelligenti”, capace di ridefinire non solo il mercato, ma anche l’esperienza quotidiana degli utenti.
Link utili: