Ecco la pillola che abbatte il colesterolo “cattivo”

Il farmaco Obicetrapib contiene una nuova molecola orale in grado di ridurre LDL e Lp(a): speranza per chi rischia infarto e ictus

Una nuova pillola monodose orale potrebbe cambiare radicalmente la gestione del colesterolo nelle persone ad alto rischio cardiovascolare. Si tratta di Obicetrapib, un farmaco sperimentale che, secondo i risultati di uno studio clinico su larga scala condotto dalla Monash University, sarebbe in grado di abbattere in modo significativo i livelli di colesterolo LDL – comunemente definito “colesterolo cattivo” – e di lipoproteina(a), una sostanza meno nota ma altamente pericolosa.

Lo studio, noto come BROADWAY, è stato presentato come late-breaking clinical trial al congresso annuale della European Atherosclerosis Society di Glasgow, nel Regno Unito, e pubblicato sul prestigioso New England Journal of Medicine. I dati suggeriscono che Obicetrapib non solo è efficace, ma è anche ben tollerato e potrebbe diventare un’arma importante per pazienti che non rispondono più ai farmaci tradizionali come statine e inibitori PCSK9.

Il Professor Stephen Nicholls, che ha coordinato la ricerca, dirige il Victorian Heart Institute e il Victorian Heart Hospital presso la Monash Health. Secondo lo scienziato, “questa scoperta potrebbe rappresentare un punto di svolta per migliaia di pazienti che non riescono a raggiungere i propri obiettivi terapeutici”.

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Obicetrapib agisce su due bersagli chiave

Il colesterolo LDL è da anni il principale imputato nei casi di infarto miocardico e ictus ischemico. Si accumula nelle arterie, ne riduce l’elasticità e favorisce la formazione di placche aterosclerotiche. La lipoproteina(a), o Lp(a), è un lipide meno conosciuto ma geneticamente determinato, e rappresenta un rischio indipendente di eventi cardiovascolari precoci.

Obicetrapib ha dimostrato di agire efficacemente su entrambi i fronti. “Non solo ha abbassato il colesterolo LDL di oltre il 30%, ma abbiamo anche riscontrato una riduzione della Lp(a), che è molto più difficile da trattare ed è stata collegata a un aumento del rischio di malattie cardiache”, ha spiegato Nicholls.

Questa doppia azione farmacologica è ciò che distingue Obicetrapib da altri farmaci attualmente in commercio. A differenza degli inibitori PCSK9, somministrati per via iniettiva, Obicetrapib può essere assunto per bocca una volta al giorno, rendendo la terapia più semplice e accessibile per milioni di persone nel mondo.

BROADWAY: risultati solidi e clinicamente rilevanti

Lo studio BROADWAY ha coinvolto 2.531 pazienti con malattia cardiovascolare documentata o ipercolesterolemia familiare. Tutti i partecipanti stavano già assumendo una terapia ipocolesterolemizzante di base. Sono stati suddivisi in due gruppi: il primo ha ricevuto 10 mg di Obicetrapib al giorno, il secondo un placebo.

Dopo 12 settimane, i pazienti che hanno assunto Obicetrapib hanno visto una riduzione media del 32,6% del colesterolo LDL e del 33,5% della Lp(a) rispetto ai livelli di partenza. Nessun altro trattamento attualmente approvato ha ottenuto risultati paragonabili su entrambe le variabili con una singola molecola orale.

La tollerabilità è stata buona: gli effetti collaterali sono stati lievi e transitori, senza aumento del rischio di eventi avversi rispetto al gruppo placebo. Questi dati confermano il potenziale di Obicetrapib come terapia complementare e sicura, anche nei pazienti già pluritrattati.

Un’opportunità concreta per i pazienti “orfani di cura”

In molti casi, i pazienti con colesterolo refrattario non riescono a raggiungere i target imposti dalle linee guida, nemmeno con statine ad alte dosi o con combinazioni multiple. Per loro, Obicetrapib potrebbe rappresentare un’opzione terapeutica salvavita.

“Questo potrebbe essere uno strumento prezioso nella lotta contro le malattie cardiache”, ha ribadito Nicholls. “È comodo, efficace e potrebbe aiutare a colmare il divario per i pazienti che hanno esaurito le opzioni terapeutiche”.

Inoltre, la semplicità della somministrazione orale, rispetto alle terapie iniettive, potrebbe aumentare l’aderenza al trattamento. Questo è fondamentale in un contesto globale in cui la mortalità cardiovascolare resta la prima causa di morte.

Verso l’approvazione e l’uso clinico su larga scala

Il fatto che i risultati siano stati pubblicati sul NEJM, una delle riviste mediche più autorevoli al mondo, garantisce rigore metodologico e rilevanza scientifica. Obicetrapib, sviluppato come inibitore della proteina CETP, si candida ora a diventare una nuova classe di farmaci cardiovascolari.

Nei prossimi mesi si attendono i risultati di studi ancora più ampi (di fase 3b e 4), che dovranno verificare l’impatto del farmaco sugli eventi clinici maggiori, come infarti, ictus e decessi. Se questi dati saranno confermati, l’approvazione da parte delle autorità regolatorie (FDA e EMA) potrebbe arrivare entro fine 2025.

Nel frattempo, il mondo scientifico osserva con interesse. Perché un farmaco capace di abbassare due fattori di rischio con una sola molecola, senza iniezioni e con minimi effetti collaterali, potrebbe rivoluzionare la cardiologia preventiva.

Fonte:
New England Journal of Medicine

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