Indice
- 1 Il Rapporto MobilitAria 2025 fotografa un’Italia bloccata sulle ciclovie e i trasporti urbani green. I finanziamenti vanno altrove
- 2 Italia maglia nera per morti da smog: i numeri allarmanti
- 3 Traffico e auto in aumento, infrastrutture ciclabili ferme
- 4 Le proposte Kyoto Club e CNR: serve una svolta nazionale
Il Rapporto MobilitAria 2025 fotografa un’Italia bloccata sulle ciclovie e i trasporti urbani green. I finanziamenti vanno altrove
La mobilità sostenibile in Italia sembra aver premuto il tasto “rewind”: nel 2024, le grandi città sono ritornate ai livelli di traffico e smog pre-pandemici, con l’auto privata che resta la regina incontrastata degli spostamenti urbani. Il tasso di motorizzazione, già il più alto in Europa, continua a crescere senza sosta, mentre i fondi pubblici per ciclovie, tramvie e metropolitane sono scomparsi dalla nuova Legge di Bilancio. Secondo il nuovo Rapporto MobilitAria 2025 di Kyoto Club e CNR-Iia, non solo la qualità dell’aria nelle 14 città metropolitane italiane è peggiorata o stagnante, ma il settore dei trasporti è tornato a contribuire pesantemente alla crisi climatica, più di quanto accadeva nel 1990. “L’inquinamento atmosferico resta una delle principali minacce per la salute pubblica nelle aree urbane, causando migliaia di morti premature ogni anno”, sottolinea Francesco Petracchini (CNR). Nonostante le raccomandazioni UE e una nuova direttiva che impone limiti più stringenti agli inquinanti, si legge sulle pagine di GreenReport.it, l’Italia investe 13 miliardi nel Ponte sullo Stretto di Messina e taglia i finanziamenti per tutte le alternative di mobilità ecologica, lasciando cittadini e amministratori locali senza risorse.
Italia maglia nera per morti da smog: i numeri allarmanti
Le vittime dell’inquinamento aumentano – Politiche insufficienti e fondi dirottati
Secondo i dati raccolti dal Rapporto MobilitAria 2025 e dall’Agenzia Europea dell’Ambiente (EEA), l’Italia si conferma al primo posto in UE per decessi prematuri da PM2.5 e NO₂: nel 2022 sono state ben 48.600 le vittime attribuibili alle polveri sottili, 9.600 ai biossidi di azoto e 13.600 all’ozono. Si tratta di cifre che rappresentano il peggior bilancio europeo, con impatti sanitari particolarmente gravi nei grandi centri urbani.
“La nuova direttiva europea sulla qualità dell’aria 2024/2881 introduce nuovi parametri e obbliga a riorganizzare il monitoraggio, proprio per favorire la comprensione degli effetti degli inquinanti e indirizzare politiche più efficaci”, aggiunge Petracchini. Nonostante ciò, le emissioni dei trasporti e del riscaldamento domestico restano le principali fonti inquinanti. Le amministrazioni locali si trovano spesso senza strumenti e senza fondi, costrette a rincorrere emergenze senza poter pianificare interventi strutturali.
Traffico e auto in aumento, infrastrutture ciclabili ferme
Città ostaggio delle vetture – Nessun nuovo investimento per mobilità green
Il rapporto evidenzia come nelle grandi città italiane il numero di auto private sia dalle 2,5 alle 4 volte superiore a quello raccomandato per una mobilità realmente sostenibile. Questo boom di veicoli non è bilanciato dallo sviluppo di nuove infrastrutture: i fondi del PNRR si sono esauriti, la Legge di Bilancio 2025 non destina risorse a metropolitane, tramvie, busvie veloci o ciclovie turistiche. Al contrario, vengono tagliati i pochi finanziamenti esistenti mentre il progetto del Ponte sullo Stretto riceve altri 1,5 miliardi, superando quota 13 miliardi complessivi.
Nel frattempo, l’inquinamento da NO₂ cala significativamente solo a Bologna, che registra una riduzione del 35%, mentre altrove i miglioramenti sono minimi o addirittura si rilevano peggioramenti (Bari e Venezia +4%). Catania e Napoli sono le uniche a superare i limiti orari di NO₂. Il PM10 resta nei limiti in quasi tutte le città, ma persistono criticità nella Pianura Padana e in alcuni centri del Sud. Il PM2.5 si mantiene sotto la soglia normativa, ma resta ben lontano dai valori suggeriti dall’OMS.
Le proposte Kyoto Club e CNR: serve una svolta nazionale
Riforme strutturali e fondi stabili – Riequilibrare davvero la mobilità italiana
Per invertire la rotta servono scelte radicali. Kyoto Club e CNR suggeriscono una profonda revisione del Codice della Strada, che consenta alle città di introdurre “Città 30”, ZTL dinamiche e regolazioni più avanzate su traffico e sicurezza. È “urgente dimezzare l’uso dell’auto privata e investire davvero sul trasporto pubblico elettrico, tram, metro, ciclovie e mobilità condivisa”, spiega Francesco Ferrante, vicepresidente Kyoto Club.
Le città devono ricevere risorse certe e potere decisionale, con piani decennali per lo sviluppo delle reti su ferro, investimenti stabili per la ciclabilità e la mobilità attiva, e incentivi all’elettrificazione dei veicoli. Solo così si potrà rispondere all’emergenza sanitaria e climatica legata all’inquinamento urbano. Serve anche un’azione coordinata per recepire la nuova direttiva europea sulla qualità dell’aria, rafforzando il monitoraggio ambientale, l’informazione pubblica e l’adozione di politiche locali più coraggiose.
Fonte: