Indice
- 1 E’ economica, potente e uccide. I medici parlano di epidemia silenziosa
- 2 Dall’euforia all’inferno fisico: la devastazione del “ketamine bladder”
- 3 Verso una nuova classificazione legale: possibili pene fino all’ergastolo
- 4 L’altra faccia della ketamina: dai club alla solitudine estrema
- 5 Il dibattito resta aperto, ma l’emergenza è già realtà
- 6 Italia: segni concreti di un allarme in crescita
E’ economica, potente e uccide. I medici parlano di epidemia silenziosa
Cresce in Europa l’allarme per l’abuso di ketamina tra i più giovani. A preoccupare non è solo l’aumento del consumo, ma la velocità con cui la dipendenza si manifesta, spesso con esiti devastanti. Il Paese più colpito è il Regno Unito, ma l’attenzione per il fenomeno, da tempo motivo di preoccupazione in tutto il Vecchio Continente, cresce rapidamente.
“Non avremmo mai pensato potesse succedere a noi”, racconta con voce spezzata Deborah Casserly, madre di Barney, morto a 21 anni dopo una lunga lotta contro questa sostanza. Tutto iniziò a 16 anni, durante un festival musicale, dove provò per la prima volta la droga. Nel suo diario scrisse di aver trovato “il nirvana”. Ma l’effetto era illusorio. In poco tempo, la ketamina, un anestetico dissociativo usato anche in veterinaria, lo portò alla dipendenza. Le immagini mostrate dalla madre al dottor Niall Campbell, specialista in dipendenze presso il Priory Hospital di Roehampton, mostrano un ragazzo pieno di vita. Ma quella vitalità venne rapidamente spenta dalla tossicodipendenza. “La sua vita è crollata. Era sempre più solo, sempre più sofferente”, racconta la madre.
Dall’euforia all’inferno fisico: la devastazione del “ketamine bladder”
Nei mesi finali, Barney non riusciva più a vivere normalmente. “Passava ore nella vasca da bagno per alleviare i crampi. Si alzava di continuo per urinare. Non dormiva mai”, spiega la donna. La diagnosi fu brutale: cistite ulcerativa, meglio nota come “ketamine bladder”, una condizione in cui i metaboliti della droga causano gravi danni alla vescica. Il 7 aprile 2018, in uno dei momenti più disperati, Barney disse a sua madre: “Mamma, se questa è vita, io non la voglio”. Il giorno dopo fu trovato senza vita nel letto. Il caso ha sollevato un’ondata di attenzione nazionale. La ketamina, venduta sotto forma di polvere bianca da sniffare o in versione liquida da ingerire, è facilmente accessibile e ha un costo contenuto: circa 20-30 sterline al grammo, contro le 100 della cocaina. È questo uno dei motivi per cui si è diffusa rapidamente tra i giovanissimi.
Verso una nuova classificazione legale: possibili pene fino all’ergastolo
Nel solo 2023, in Inghilterra e Galles si sono registrati 53 decessi legati alla ketamina. Secondo l’Office for National Statistics, il consumo nel Regno Unito ha raggiunto livelli record: 269.000 persone tra i 16 e i 59 anni hanno dichiarato di averne fatto uso fino a marzo 2024. Tra i 16-24enni, l’abuso è cresciuto del 231% in un decennio. Per questo, a gennaio, il governo ha chiesto al Consiglio consultivo per l’abuso di droghe di valutare una riclassificazione della ketamina come sostanza di Classe A, come eroina ed ecstasy. Se approvata, la distribuzione della droga comporterebbe pene fino all’ergastolo. Il dottor Campbell sottolinea: “Ormai è dappertutto. È una droga economica, potente, e si vende anche ai ragazzini senza scrupoli”. Un giovane spacciatore londinese, intervistato sotto falso nome, conferma: “È diventata comune, la vendono a chiunque”.
L’altra faccia della ketamina: dai club alla solitudine estrema
Secondo il dottor Campbell, la ketamina crea un’illusione di distacco dalla realtà: “Molti cercano quel senso di dissociazione, il sentirsi fuori dal corpo”. Ma l’effetto può essere pericoloso. “I consumatori entrano in quello che chiamiamo K-hole: uno stato prossimo all’incoscienza”. Spesso, quando arrivano in clinica, “la festa è finita da un pezzo”. Non sono più nei locali, ma soli, chiusi in casa, distrutti dalla dipendenza. Tuttavia, esiste anche un altro uso, controllato e clinico, della sostanza. A Londra, i terapeuti Lucy e Alex da Silva usano ketamina in forma farmaceutica, prescritta da medici, per trattare disturbi come depressione e traumi. “Vogliamo mostrare i potenziali effetti curativi, se gestiti correttamente”, spiega Lucy. Ma anche lei ammette: “Serve educazione sui rischi della ketamina da strada. Sta uccidendo troppe persone”.
Il dibattito resta aperto, ma l’emergenza è già realtà
Il caso di Barney non è isolato. Dietro ogni morte c’è una storia di gioventù bruciata, famiglie distrutte e silenzi complici. L’accessibilità economica e la facile reperibilità hanno trasformato la ketamina in una minaccia concreta per una generazione. Mentre il governo valuta nuove misure e i medici chiedono maggior prevenzione, la realtà è che la “droga dell’oblio” continua a mietere vittime. Educazione, vigilanza e supporto sono oggi più che mai necessari per fermare una spirale che si è già trasformata in epidemia.
Italia: segni concreti di un allarme in crescita
Anche in Italia, pur in assenza di numeri paragonabili a quelli del Regno Unito, emergono segnali preoccupanti. L’uso di ketamina, secondo i dati dell’Osservatorio europeo EMCDDA e dell’Istituto Mario Negri, risulta in aumento in varie città, con Milano, Bologna e Trieste tra i centri con le più alte concentrazioni rilevate nelle acque reflue. Il consumo si concentra soprattutto nei fine settimana, a conferma di un impiego prevalentemente ricreativo. Uno studio clinico pubblicato nel 2019 ha analizzato 74 accessi ai pronto soccorso di Bologna legati alla ketamina nel periodo 2009-2017: i pazienti, con età media di 25 anni, presentavano crisi psicomotorie, disturbi urinari, sintomi gastrointestinali, e in alcuni casi overdose o tentativi di suicidio.
Anche il portale della FNOMCeO segnala una diffusione crescente tra i giovani, favorita da prezzi contenuti e facile accessibilità. Cresce la richiesta di formazione per i pediatri e di programmi informativi sui rischi del consumo non medico. In Italia, la ketamina è classificata come sostanza stupefacente, ma non appartiene alle categorie più restrittive. Tuttavia, il suo impatto sulla salute mentale e fisica, in particolare tra i giovanissimi, ha portato le autorità sanitarie a rafforzare il monitoraggio, mentre associazioni e operatori chiedono campagne di prevenzione mirate. Il caso del Regno Unito, con i suoi numeri drammatici, offre un monito anche per l’Italia: senza interventi tempestivi, la spirale della ketamina potrebbe diventare una vera emergenza generazionale.