Disabilità, INPS aggiorna i certificati: novità per medici e pazienti

Al via il certificato medico integrativo: dati sanitari aggiornabili prima della visita, più tutele per cittadini e semplificazione per i medici

Un nuovo strumento entra ufficialmente nella fase di sperimentazione dell’accertamento unico della disabilità. Dal 23 giugno 2025, con il messaggio n. 1980, l’INPS ha introdotto il certificato medico integrativo, che permette ai medici di correggere o aggiungere informazioni al documento introduttivo già trasmesso. La modifica non sostituisce il certificato originale, ma lo integra, offrendo un quadro più aggiornato delle condizioni cliniche dei pazienti. La riforma si inserisce nel percorso di digitalizzazione e semplificazione delle procedure previsto dal decreto legislativo n. 62/2024 e anticipa la piena gestione INPS delle visite di accertamento, fissata per il 1° gennaio 2027.

Nella fase transitoria, attiva dal 1° gennaio 2025 solo in alcune province, il nuovo sistema si arricchisce di funzionalità pensate per ridurre errori, ritardi e contestazioni. I medici certificatori, attraverso la piattaforma dell’Istituto, possono così intervenire tempestivamente su diagnosi, prognosi o condizioni del paziente che evolvono nel tempo. Un aggiornamento utile e atteso che risponde a esigenze pratiche segnalate da numerosi operatori sanitari coinvolti nella sperimentazione.

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Cos’è il certificato introduttivo e perché conta

Il certificato medico introduttivo è il punto di partenza per avviare la pratica di accertamento della disabilità. Redatto dal medico curante, contiene tutte le informazioni sanitarie utili per la valutazione dell’INPS. Include diagnosi, prognosi, presenza di patologie rilevanti, nonché eventuali condizioni di intrasportabilità. Dal 2025, la compilazione avviene online in modalità semplificata, attraverso la piattaforma digitale dell’Istituto.

In questa fase, il certificato è obbligatorio solo nelle province che partecipano alla sperimentazione, ma l’obiettivo è estendere progressivamente il sistema a livello nazionale. Il documento gioca un ruolo cruciale nel determinare l’accesso a prestazioni economiche e assistenziali: errori o omissioni possono rallentare l’iter o compromettere i diritti del richiedente.

Il nuovo certificato medico integrativo INPS

Grazie alla nuova funzione di modifica introdotta nel portale INPS, i medici possono ora generare un certificato medico integrativo. Questo documento aggiuntivo consente di aggiornare dati clinici già trasmessi nel certificato iniziale, senza dover annullare la pratica o iniziare da capo. Le integrazioni ammesse riguardano:

  • variazioni nelle diagnosi o nella prognosi del paziente;
  • inserimento di nuove patologie insorte dopo l’invio iniziale;
  • aggiornamenti sulle condizioni di intrasportabilità.

Attenzione: non è possibile modificare i dati anagrafici o di residenza. In questi casi, è necessario richiedere l’annullamento del certificato inviando una comunicazione a sperimentazionedisabilita@inps.it e procedere con un nuovo invio corretto.

Termini e regole per l’invio dell’integrazione

Il certificato medico integrativo può essere inviato fino al momento della convocazione a visita da parte dell’INPS. Dopo quella data, la funzione di modifica non è più disponibile. È inoltre importante sottolineare che l’eventuale prestazione economica sarà comunque calcolata a partire dalla data indicata nel certificato introduttivo. Questa scelta è stata adottata per garantire certezza giuridica ed evitare contenziosi basati su modifiche retroattive.

Si tratta di una precisazione fondamentale per medici e pazienti: l’integrazione migliora l’affidabilità del processo, ma non altera il quadro normativo alla base del riconoscimento del diritto. In questo modo si evitano disparità di trattamento tra chi aggiorna il certificato e chi non ha necessità di farlo.

Maggiore flessibilità per medici e tutele per i cittadini

Il nuovo sistema ha un impatto positivo anche per i pazienti. La possibilità di correggere o ampliare i dati già trasmessi, senza annullare la procedura, consente di gestire con maggiore efficacia le situazioni cliniche in evoluzione. Il processo diventa così più aderente alla realtà, riducendo il rischio di rigetti per certificazioni incomplete.

L’iniziativa dell’INPS mira anche a snellire il lavoro degli operatori sanitari, che ora dispongono di uno strumento digitale più dinamico, capace di accompagnare il paziente fino al giorno della visita. I vantaggi si estendono anche alle famiglie, che possono contare su valutazioni più precise e puntuali, in grado di tutelare meglio i diritti del disabile.

Un tassello chiave verso la riforma del 2027

L’introduzione del certificato integrativo si inserisce in una strategia più ampia che porterà, dal 2027, l’INPS a gestire in autonomia l’intero iter di accertamento della disabilità. In questa prospettiva, ogni novità sperimentata nel biennio 2025-2026 rappresenta un test cruciale per capire come ottimizzare il sistema.

Il successo dell’iniziativa dipenderà anche dalla capacità dell’Istituto di formare i medici e fornire strumenti adeguati per l’utilizzo delle nuove funzionalità. L’obiettivo finale resta quello di un’amministrazione più efficiente, in grado di garantire prestazioni rapide, corrette e basate su dati clinici completi.

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