Ictus, come riconoscerlo in tempo: i sei segnali che salvano la vita

Ogni anno colpisce milioni di persone, ma i progressi della ricerca e la prevenzione stanno riducendo mortalità e disabilità. L’Iss spiega cosa osservare e come proteggersi ogni giorno

Ogni anno 15 milioni di persone nel mondo vengono colpite da ictus cerebrale, una delle principali cause di morte e disabilità. Circa 5 milioni muoiono, altri 5 milioni sopravvivono con danni permanenti che spesso cambiano radicalmente la loro vita. Ma l’Istituto Superiore di Sanità (ISS) lancia un messaggio chiaro in occasione della Giornata mondiale dell’Ictus: si può prevenire, riconoscere e trattare in tempo.

“L’ictus è una patologia tempo-correlata: più precoce è l’intervento, più alta è la probabilità di recupero completo”, spiegano Luigi Palmieri e Chiara Donfrancesco, ricercatori del Dipartimento malattie cardiovascolari e dismetaboliche dell’ISS.

Nonostante un miglioramento globale, il problema resta grave. Nei Paesi ad alto reddito l’incidenza è in calo, ma il numero assoluto di casi continua ad aumentare per effetto dell’invecchiamento della popolazione.

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Italia: meno morti, ma la sfida è continua

Nel 2022, le malattie del sistema circolatorio, che comprendono ictus, infarti e altre patologie cardiovascolari, hanno rappresentato il 30,9% dei decessi totali in Italia. Tuttavia, la mortalità legata all’ictus si è ridotta in modo impressionante: -73,4% dal 1980 a oggi.
Negli ultimi sei anni il tasso di mortalità è sceso del 14,8%, grazie ai progressi nelle cure e nella prevenzione.

“La riduzione della mortalità è il risultato di terapie più efficaci, di interventi riabilitativi mirati e del miglioramento dei percorsi assistenziali”, osservano Palmieri e Donfrancesco.
Un calo costante, interrotto solo parzialmente dalla pandemia, quando il Covid-19 ha fatto impennare il numero totale dei decessi, ma senza invertire la tendenza positiva nella gestione delle malattie cerebrovascolari.

I sei segnali che indicano un ictus in corso

La tempestività è tutto. Riconoscere i sintomi dell’ictus e agire subito può salvare la vita. L’ISS individua sei segnali d’allarme che non devono mai essere ignorati:

  • Intorpidimento o debolezza improvvisa di viso, braccio o gamba, spesso su un solo lato del corpo.
  • Difficoltà a parlare o a comprendere il linguaggio.
  • Problemi alla vista, anche temporanei, con uno o entrambi gli occhi.
  • Perdita di equilibrio, vertigini o difficoltà a camminare.
  • Forte mal di testa improvviso senza causa apparente.
  • Svenimento o perdita di coscienza.

Se compare anche solo uno di questi sintomi, bisogna chiamare immediatamente il 118 e comunicare il sospetto ictus. Ogni minuto perso può compromettere il recupero neurologico.

La prevenzione è la vera arma vincente

L’ictus non si batte solo in ospedale, ma ogni giorno, nelle scelte di vita. L’ISS ricorda che i comportamenti corretti riducono in modo significativo il rischio di sviluppare patologie cerebrovascolari.
Ecco le tre regole chiave:

  • Non fumare e ridurre l’esposizione al tabacco;
  • Mangiare in modo equilibrato, limitando grassi e sale;
  • Fare attività fisica regolare, anche moderata ma costante.

Scelte sbagliate, invece, portano a tre condizioni pericolose: ipertensione, diabete e iperlipidemia (colesterolo alto). Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, il 40% dei decessi per ictus sarebbe evitabile mantenendo la pressione arteriosa sotto controllo, mentre il fumo è responsabile di due decessi su cinque sotto i 65 anni. Altri fattori di rischio importanti sono fibrillazione atriale, infarto pregresso e insufficienza cardiaca, che possono aumentare la probabilità di eventi ischemici cerebrali.

Progetto CUORE: il termometro della salute cardiovascolare italiana

Per fotografare la salute del Paese, l’ISS porta avanti il Progetto CUORE, un programma di sorveglianza epidemiologica che studia lo stato cardiovascolare degli italiani.
I dati più recenti (2023–2024) mostrano che nella fascia tra i 35 e i 74 anni quasi un uomo su due e una donna su tre hanno la pressione alta o sono in terapia specifica. Preoccupa anche la scarsa consapevolezza del rischio: molti non sanno di essere ipertesi.

Il consumo medio di sale resta sopra i limiti raccomandati: 9,3 grammi al giorno per gli uomini e 7,2 per le donne, contro i 5 grammi indicati dall’Oms. Solo il 9% degli uomini e il 24% delle donne rientra nei parametri corretti. Questi numeri raccontano un Paese in cui la prevenzione è conosciuta, ma non sempre praticata, e in cui la lotta alle cattive abitudini resta una priorità di salute pubblica.

Più prevenzione e parità di accesso alle cure

Per i ricercatori dell’ISS, la Giornata mondiale dell’Ictus è l’occasione per ricordare che la vera sfida non è solo medica ma anche sociale: garantire equità e accesso universale alla prevenzione e alle cure. “Occorre investire in prevenzione e promuovere azioni coordinate lungo tutto il percorso di cura”, affermano Palmieri e Donfrancesco.

L’Italia è parte del progetto europeo JACARDI, una joint action coordinata proprio dall’ISS che coinvolge 21 Paesi e 81 partner con l’obiettivo di rafforzare la lotta alle malattie cardiovascolari e cerebrovascolari. Collaborazioni di questo tipo sono decisive per sviluppare strategie basate su evidenze scientifiche, condividere dati, migliorare la diagnosi precoce e garantire a tutti pari opportunità di salute.

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