Indice
- 1 Presentato a Dolianova il volume intitolato “Il Codice Europeo di Etica per la Polizia. Dall’Etica per la Polizia a una Polizia Etica”: una riflessione profonda sul ruolo delle forze dell’ordine
- 2 Tra droga, legalità e memoria: la voce della coscienza
- 3 Etica, felicità e il diritto di essere protetti
- 4 Il servizio tra filosofia e spiritualità
- 5 I modelli da seguire: Loi e Palatucci
Presentato a Dolianova il volume intitolato “Il Codice Europeo di Etica per la Polizia. Dall’Etica per la Polizia a una Polizia Etica”: una riflessione profonda sul ruolo delle forze dell’ordine
Non è facile parlare di etica in tempi dominati dall’urgenza. Eppure, lo scorso 26 giugno a Dolianova, Massimo Loddo ha scelto di farlo davanti a un pubblico numeroso, presentando il suo libro “Il Codice Europeo di Etica per la Polizia. Dall’Etica per la Polizia a una Polizia Etica”, nel giardino della Biblioteca Comunale, durante la decima edizione del festival culturale Street Books.
L’incontro ha visto la partecipazione degli assessori comunali Chicco Fenu e Anna Rita Agus, del Comandante della Compagnia dei Carabinieri e di numerosi rappresentanti della Polizia di Stato e dell’Arma dei Carabinieri. Loddo, laureato in scienze giuridiche, con un master in criminologia e sicurezza, è attualmente in servizio presso la Polizia di Frontiera di Cagliari.
Nonostante il caldo estivo, il pubblico ha seguito con interesse il dialogo tra l’autore e la dottoressa Stefania Farris, che ha introdotto il tema con un’osservazione suggestiva: “Si nasce uomini, si diventa cittadini”. Un concetto che richiama i primi articoli della nostra Costituzione, dove si parla prima dell’uomo e poi del cittadino, a sottolineare la centralità della persona nei processi politici, economici e sociali.
Tra droga, legalità e memoria: la voce della coscienza
Durante l’intervento, Loddo ha ricordato che proprio il 26 giugno ricorre la Giornata internazionale contro l’abuso e il traffico di droga. Ha lanciato un monito: “Il problema delle droghe è tornato a essere sottovalutato”, aggiungendo che la prevenzione non può essere trascurata.
Nel suo discorso ha citato anche la “Rotta Mediterranea della legalità”, un’iniziativa antimafia ideata dal collega Antonello Caria, realizzata a bordo di una barca confiscata al traffico di stupefacenti e oggi simbolo di riscatto. Questo progetto – ha spiegato – è partito il 24 giugno e intende diffondere i valori della legalità in tutta Italia.
Poco prima di entrare nel cuore del suo libro, Loddo ha dedicato un pensiero al carabiniere Carlo Legrottaglie, caduto pochi giorni prima in servizio. Ha sottolineato come anche all’ultimo giorno prima della pensione, un poliziotto possa essere chiamato ad affrontare situazioni pericolose. È “il peso e l’onore della divisa”, ha detto, con evidente emozione.
Etica, felicità e il diritto di essere protetti
Uno dei passaggi centrali dell’incontro ha riguardato la definizione di etica. Per Loddo, si tratta di “felicità”, così come la intendeva Aristotele. La Polizia, in questa visione, ha il compito di “proteggere la felicità dei cittadini” attraverso la prevenzione e la presenza costante sul territorio.
L’autore ha anche affrontato il tema del diritto alla felicità, concetto inserito per la prima volta nella Dichiarazione di Indipendenza degli Stati Uniti (4 luglio 1776). Ha ricordato che fu Gaetano Filangieri, filosofo napoletano del Settecento, a ispirare quella scelta, cercando di trasformare un principio personale in un diritto inviolabile e costituzionalmente riconosciuto. Un’idea rivoluzionaria allora, ma che oggi appare più che mai attuale.
Il servizio tra filosofia e spiritualità
Loddo ha dedicato ampio spazio alla parola “servizio”, cardine del lessico delle forze dell’ordine. In ebraico, ha spiegato, il verbo servire significa anche coltivare – perché ogni agente dovrebbe coltivare prima di tutto la propria coscienza. In giapponese, invece, “servire” si dice samurai, termine che rimanda non solo al guerriero ma anche al praticante zen, capace di meditazione, disciplina e interiorità. “Anche i samurai avevano un Codice Etico, il Bushido”, ha sottolineato Loddo, tracciando un parallelo tra cultura orientale e spirito di corpo.
Il messaggio è chiaro: non basta applicare le regole. Bisogna incarnarle, viverle come parte di un cammino personale, etico e professionale. Solo così, secondo Loddo, si può costruire una Polizia davvero etica, al servizio della felicità collettiva.
I modelli da seguire: Loi e Palatucci
Alla domanda su chi siano i suoi riferimenti etici, Loddo ha risposto senza esitazione: Emanuela Loi e Giovanni Palatucci. Loi, giovane agente caduta nella strage di via D’Amelio, è simbolo di dedizione assoluta. Palatucci, invece, è noto come il “Questore buono”, deportato a Dachau per aver salvato più di 5.000 ebrei. Due figure che, secondo Loddo, dovrebbero essere ricordate non solo come eroi, ma come esempi concreti di una coscienza che agisce anche nel rischio. Il libro si chiude, e l’incontro pure, con un messaggio forte: l’ascolto e la comunicazione tra le forze dell’ordine e i cittadini devono restare pilastri fondamentali del servizio pubblico. È lo stesso Codice Europeo di Etica per la Polizia a ribadirlo: una buona legge non basta, se non è sostenuta da un buon dialogo.
Link utili:
@racne – Il codice europeo di etica per la polizia – Dall’etica per la polizia a una polizia etica