Spennati, in Italia l’energia elettrica più costosa dell’Ue

Nel 2024 la bolletta dell’utente medio è risultata esser tra le più alte in Europa: pesa la dipendenza dal gas e un carico fiscale fuori controllo

Nel 2024 l’Italia si è piazzata sul podio dei Paesi europei con l’energia elettrica più costosa. Secondo quanto emerge dal report pubblicato in occasione del terzo anniversario del piano REPowerEU, il nostro Paese ha registrato un prezzo all’ingrosso medio di 108 euro per MWh, nettamente superiore alla media dell’Unione europea, ferma a 84,7 euro per MWh. Si tratta di un divario del 25% che conferma quanto già percepito da cittadini e imprese: le bollette italiane restano tra le più alte del continente. Il report della Commissione europea, commentato da Simone Collini su GreenReport.it, mette in luce non solo l’andamento dei costi, ma anche le cause profonde che li determinano. Due fattori, in particolare, sono al centro dell’analisi: la forte dipendenza dal gas per la produzione elettrica e un sistema fiscale che grava pesantemente sui consumatori. Elementi che penalizzano la competitività e ostacolano la transizione energetica.

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Dipendenza dal gas e picchi di prezzo anomali

Il documento europeo evidenzia come i prezzi, sebbene in calo all’inizio del 2024 per effetto della diminuzione del gas naturale, abbiano ripreso a salire durante l’estate, per poi registrare una nuova impennata in autunno. Questo andamento, si legge nel report, si è “nettamente discostato da quello della regione centrale dell’Europa”, dove i costi sono rimasti più stabili.
Una delle principali ragioni alla base dell’aumento dei prezzi è l’eccessiva incidenza del gas nella produzione elettrica nazionale. Il report sottolinea infatti che l’Italia “deteneva la terza quota maggiore nell’Ue per utilizzo di gas nella generazione elettrica, pari al 44% del mix complessivo”. Nonostante i richiami periodici del governo a un possibile disaccoppiamento del costo dell’elettricità da quello del gas, i numeri parlano chiaro: la dipendenza dal metano continua a pesare. A questo si sommano gli effetti del cambiamento climatico: “ondate di calore prolungate e più intense, nonché un autunno più freddo, hanno portato a un aumento dei consumi da aprile a dicembre, pari al +1% rispetto allo stesso periodo del 2023”.

Le rinnovabili crescono, ma non bastano

C’è però un dato positivo nel quadro delineato dal rapporto: nel 2024, le fonti rinnovabili hanno coperto circa il 50% della produzione elettrica italiana, un valore leggermente superiore alla media Ue, ferma al 47%. Questo progresso, sebbene rilevante, non è sufficiente a contenere l’impatto dei prezzi alti, né ad attenuare gli effetti dell’instabilità legata al gas. La transizione verde avanza, ma resta frenata dalla mancanza di misure strutturali che sgancino davvero i costi della bolletta dalla volatilità del mercato energetico. Inoltre, il continuo ricorso al gas, combinato a una domanda in crescita per condizioni climatiche estreme, rischia di vanificare i progressi ottenuti nel settore delle rinnovabili.

Un carico fiscale ben oltre la media europea

Oltre al gas, a incidere sul prezzo finale dell’elettricità sono le imposte e i prelievi inseriti in bolletta. In Italia, secondo quanto certifica Bruxelles, la situazione è particolarmente gravosa. “Le imposte e i prelievi, compresa l’IVA, per le famiglie consumatrici sono aumentati del 27% e restano del 27% superiori ai livelli fiscali medi dell’Ue”, si legge nel rapporto. Ma non è solo il settore domestico a essere colpito. Anche per le aziende i costi risultano eccessivi. L’analisi della Commissione sottolinea che “le imposte e i prelievi per i consumatori non domestici sono aumentati del 16% e restano superiori dell’85% rispetto alla media europea”. Dati che dovrebbero far riflettere non solo il governo, che spesso promette la riduzione della pressione fiscale, ma anche gli attori industriali, che continuano a lamentarsi dei costi energetici e allo stesso tempo propongono soluzioni come il nucleare, senza affrontare il nodo delle tasse.

Verso un’energia più equa? Serve una strategia nazionale

Il quadro delineato dal report della Commissione Ue richiede una risposta concreta. La semplice retorica politica sul calo delle bollette non basta più. Servono misure strutturali per riformare il sistema di formazione dei prezzi, ridurre la dipendenza dal gas e soprattutto alleggerire il peso fiscale che grava su famiglie e imprese. Le fonti rinnovabili, se ben integrate, possono offrire un’alternativa stabile e competitiva. Ma per farlo, serve accelerare le autorizzazioni, sbloccare i cantieri, e investire in accumulo e reti intelligenti. Solo così l’Italia potrà uscire dal paradosso di essere tra i Paesi più ricchi d’Europa e pagare l’energia come se fosse povera di risorse.

Fonte:
L’Italia è sul poco invidiabile podio dei Paesi Ue in cui l’elettricità ha il prezzo più alto – GreenReport.it

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