Auto demolite, l’Ue ne perde 3 milioni ogni anno

Per far fronte all’emergenza i costruttori saranno investiti di nuove responsabilità: chi non recupera l’85% resterà fuori dal mercato

In Europa, oltre 3 milioni di veicoli a fine vita scompaiono ogni anno nel nulla, senza alcuna tracciabilità né trattamento ambientale. Si tratta di un fenomeno allarmante che compromette le basi della circolarità nel settore automobilistico, rendendo più difficile il recupero di materiali critici e contribuendo all’inquinamento. La notizia è stata riportata da GreenReport.it, testata specializzata in temi ambientali con cui GiornaleTecnologico.net ha avviato una stretta collaborazione editoriale.

Per porre un argine a questa deriva, la Commissione europea ha proposto un nuovo Regolamento sui veicoli fuori uso (End Life Vehicle – ELV), pensato per rafforzare il controllo sul fine vita delle auto e avvicinare l’industria agli obiettivi di economia circolare fissati per il 2050. Il tema è stato affrontato a Roma durante l’evento “A che punto siamo con il nuovo regolamento End Life Vehicle?”, promosso da Ada, l’Associazione Demolitori Autoveicoli, aderente ad Assoambiente. Qui sono emersi i punti cardine della riforma, che riguarda costruttori, demolitori e consumatori, con regole più severe sulla tracciabilità, l’ecodesign e il riciclo delle materie prime.

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Un regolamento per la transizione verso la circolarità

Durante l’evento, l’eurodeputato Paulius Saudargas, relatore del Regolamento, ha chiarito l’obiettivo generale della norma: «Sostenere la transizione dell’Europa verso un’economia pulita e circolare entro il 2050». Uno degli obiettivi principali sarà preservare le materie prime critiche, risorse di cui il continente è povero e che oggi vengono disperse, anche a causa dell’assenza di controllo sui veicoli smaltiti.

Per raggiungere questo traguardo, il nuovo quadro normativo prevede un rafforzamento dell’ecodesign, con linee guida che obbligheranno i costruttori a realizzare veicoli più semplici da disassemblare. In questo modo, si faciliteranno le operazioni di recupero e riciclo da parte degli impianti di trattamento. Inoltre, verrà intensificata la lotta all’esportazione non controllata dei veicoli usati verso paesi terzi, una delle cause principali della “sparizione” dei 3 milioni di mezzi ogni anno.

Obbligo dell’85% di recupero: chi non lo rispetta è fuori

Uno dei punti centrali del nuovo regolamento è l’introduzione dell’obbligo per ogni operatore di raggiungere, entro cinque anni, una quota dell’85% di recupero per ciascun veicolo trattato. Questo obbligo sarà vincolante sia per i costruttori che per gli impianti di demolizione e riciclo. Chi non sarà in grado di rispettare questa soglia, verrà escluso dal mercato.

Secondo Anselmo Calò, presidente di Ada, si tratta di un passaggio storico per tutto il comparto: «Solo chi raggiungerà l’obiettivo dell’85% potrà continuare a operare». Calò ha sottolineato che molte delle istanze presentate dall’associazione sono state accolte nel testo del regolamento, grazie anche al supporto dei parlamentari italiani Cavedagna, Maran e Sardone. Tuttavia, ha aggiunto: «Molto resta ancora da fare per rendere la norma efficace e realmente applicabile in tutta Europa».

Serve un’autorità di monitoraggio indipendente

Un altro elemento essenziale del nuovo quadro regolatorio riguarda la creazione di un’autorità di monitoraggio indipendente, che garantisca la corretta attuazione della responsabilità estesa del produttore (EPR). Calò ha evidenziato che «è fondamentale che siano presenti, all’interno di quest’organo di controllo, tutti i soggetti della filiera», incluse le imprese di demolizione, i centri di trattamento e le case automobilistiche. Solo un sistema inclusivo potrà garantire il raggiungimento degli obiettivi.

Inoltre, il presidente di Ada ha invocato un dialogo più trasparente e strutturato tra gli operatori del settore e i costruttori: «È urgente sviluppare un partenariato leale, basato sulla collaborazione e sulla condivisione delle responsabilità ambientali».

Il ruolo strategico dei demolitori nella green economy

A rimarcare il valore strategico dei demolitori nell’ambito della green economy è stato anche il parlamentare europeo Pierfrancesco Maran, intervenuto all’incontro. Maran ha spiegato che «durante i lavori sul Regolamento, abbiamo ottenuto il riconoscimento del ruolo centrale dei demolitori all’interno dell’economia circolare».
Il deputato ha poi evidenziato un punto cruciale della discussione in corso: «Ogni anno, 3 milioni di veicoli scompaiono in Europa. Con il nuovo testo, siamo riusciti a introdurre meccanismi che limiteranno l’esportazione incontrollata dei veicoli oltre confine». Un risultato importante, poiché queste esportazioni spesso si trasformano in pratiche di smaltimento scorrette, con gravi impatti sull’ambiente e sulla salute umana.

Un primo passo verso un’Europa dell’automobile più responsabile

Il nuovo Regolamento sui veicoli a fine vita rappresenta un passo decisivo verso un’Europa più attenta all’ambiente, capace di valorizzare i rifiuti e limitare le dispersioni di risorse preziose.

Se correttamente attuato, potrà rendere più sostenibile l’intero ciclo di vita dei veicoli, stimolando innovazione industriale, riciclo e riduzione dell’impatto ambientale. Ma per funzionare davvero, sarà necessaria una forte vigilanza da parte degli Stati membri, investimenti adeguati in impianti di trattamento e la volontà, da parte di tutte le parti in causa, di rispettare gli impegni presi. Solo così si potrà davvero arginare la scomparsa di milioni di veicoli ogni anno e costruire un futuro più circolare per la mobilità europea.

Fonte:
Ogni anno in Europa 3 milioni di veicoli a fine vita spariscono nel nulla – GreenReport.it

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