Quando comparvero i primi fiori sulla Terra?

I granuli di polline svelano l’antichità delle piante da fiore: nuove prove anticipate di due milioni di anni

Da oltre 123 milioni di anni i fiori fanno parte della storia della Terra, ben più di quanto ipotizzato in passato. A rivelarlo è uno studio pubblicato sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences (PNAS), condotto dal team delle Università di Hannover e Bonn, che ha analizzato granuli di polline fossile risalenti a un’epoca remota, mai raggiunta prima nelle ricerche paleobotaniche. Queste particelle microscopiche, dal diametro inferiore a 0,02 millimetri, rappresentano una sorta di “registratore naturale” dell’evoluzione vegetale. Fino ad oggi si riteneva che le piante a fiore eudicotiledoni – note anche come eudicots – avessero fatto la loro comparsa circa 121 milioni di anni fa. Tuttavia, il nuovo lavoro ha permesso di anticipare questa datazione di almeno due milioni di anni, stabilendo che le angiosperme erano già presenti in forme evolute ben prima delle stime precedenti.

A fare da scenario a questa scoperta sono i sedimenti marini della Lusitania, in Portogallo, dove i ricercatori hanno individuato i più antichi pollini prodotti da piante a fiore eudicotiledoni. Il materiale è stato estratto da rocce costiere depositate quando il paesaggio era dominato da mari poco profondi, attraversati da fiumi che trasportavano residui vegetali e pollini verso l’oceano. Grazie alla collaborazione tra i gruppi del professor Ulrich Heimhofer (LUH) e della dottoressa Julia Gravendyck (Università di Bonn), è stato possibile datare questi resti a circa 123 milioni di anni fa, fissando così un nuovo punto di partenza per la storia dei fiori.

Origine delle piante da fiore: misteri e nuove certezze della paleobotanica

Se la nascita delle prime piante terrestri risale addirittura all’Ordoviciano, tra 485 e 444 milioni di anni fa, l’arrivo dei fiori è avvenuto solo centinaia di milioni di anni dopo. All’inizio comparvero muschi, felci, ginkgo e conifere, ma le angiosperme – oggi il gruppo vegetale più vario – sono apparse con un ritardo enorme rispetto alle altre specie. “L’emergere delle piante da fiore ha modificato profondamente la biodiversità sulla Terra”, sottolinea il professor Heimhofer, “ma stabilire dove e quando sia iniziata questa rivoluzione resta ancora oggi un enigma: Darwin la definì un ‘abominevole mistero’”, aggiunge la dottoressa Gravendyck.

Questa incertezza è dovuta anche alle dinamiche globali che hanno plasmato il pianeta, come i movimenti delle placche tettoniche e i grandi cambiamenti climatici, possibili motori dell’evoluzione delle angiosperme. Tuttora non è chiaro da quali antenati siano derivate né come si sia diffusa la loro straordinaria diversità.

La ricerca sui pollini fossili e le nuove tecniche di datazione

Per arrivare a questi risultati, il team ha sfruttato l’alta fluorescenza dei pollini di angiosperme nei campioni sedimentari. Attraverso la microscopia laser ad alta risoluzione sono stati individuati quattro microfossili, identificati come pollini tricolpati — caratterizzati da tre piccole scanalature sulla parete esterna. Oggi circa il 72% delle angiosperme viventi produce questa tipologia di polline. È proprio questa configurazione a consentire la loro classificazione tra le piante a fiore.

La precisione della datazione è stata garantita anche dall’analisi delle conchiglie fossili estratte dagli stessi sedimenti, usando la firma isotopica dello stronzio. Le conchiglie di carbonato di calcio conservano la composizione chimica dell’acqua marina del tempo, permettendo di ottenere una cronologia più precisa rispetto alle sole datazioni paleontologiche tradizionali.

Un metodo innovativo per riscrivere l’evoluzione delle angiosperme

L’approccio combinato della datazione isotopica con l’analisi biostratigrafica ha permesso di spostare indietro di almeno due milioni di anni l’origine certa dei pollini tricolpati eudicotiledoni, offrendo la prova più solida e dettagliata mai ottenuta sull’apparizione dei primi fiori “moderni”. Inoltre, la posizione paleogeografica della Bacino Lusitano suggerisce che queste forme evolute di angiosperme, inizialmente ritenute prerogativa dei tropici, fossero invece già diffuse anche a latitudini medie.

Questo lavoro, pubblicato sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences, potrebbe aprire la strada a nuove strategie per datare i fossili vegetali e comprendere a fondo le tappe chiave della diversificazione delle piante da fiore. “La comparsa delle angiosperme ha cambiato il volto della Terra”, ribadiscono i ricercatori, “e ora possiamo finalmente collocare questo evento con una precisione senza precedenti”.

Fonte:

Barremian tricolpate pollen from Portugal – New evidence for the age of eudicot-related angiosperms | PNAS

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