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Il misterioso oggetto, ribattezzato Ammonite, potrebbe riscrivere la storia del Sistema solare
È stato ribattezzato Ammonite, ma il suo nome ufficiale è 2023 KQ14. Si tratta di un corpo celeste estremamente lontano, rilevato ben oltre l’orbita di Nettuno, appartenente a una categoria rarissima di oggetti chiamati sednoidi. La scoperta è stata effettuata da un team guidato dall’astronomo Ying-Tung Chen dell’Academia Sinica di Taiwan, grazie ai dati del telescopio giapponese Subaru. Il risultato è stato pubblicato su Nature Astronomy e rappresenta una svolta significativa per gli studi sul Sistema solare esterno. Ammonite ha un diametro compreso tra i 220 e i 380 chilometri e si muove lungo un’orbita che lo porta a una distanza dal Sole di almeno 66 unità astronomiche (UA). Questo lo rende uno degli oggetti più remoti mai osservati. La sua orbita, però, è così particolare da mettere in discussione l’ipotesi stessa dell’esistenza del cosiddetto Pianeta Nove, da anni oggetto di speculazione tra gli astronomi. La sua scoperta potrebbe rivoluzionare il modo in cui comprendiamo l’evoluzione della periferia del nostro Sistema.
Ammonite, un nuovo sednoide con orbita anomala
Un oggetto ai limiti dell’influenza gravitazionale solare
Ammonite è stato individuato nel corso del progetto FOSSIL (Formation of the Outer Solar System: An Icy Legacy), un programma che mira a ricostruire la storia dei corpi ghiacciati situati nelle regioni più esterne del Sistema solare. Le prime osservazioni risalgono al 2023, ma il team ha potuto contare su un’estesa campagna di follow-up, sfruttando strumenti come il Canada-France-Hawaii Telescope, il telescopio V. Blanco in Cile e quello del Kitt Peak Observatory negli Stati Uniti. Questo lavoro ha permesso di ricostruirne l’orbita su un arco temporale di ben 19 anni.
Un caso raro nella famiglia dei sednoidi
Il perielio di Ammonite, pari a 66 UA, lo colloca tra i pochissimi sednoidi conosciuti, insieme a oggetti come Sedna (76 UA), 2012 VP113 (circa 80 UA) e Leleakuhonua (65 UA). Questi corpi si trovano oltre l’influenza gravitazionale di Nettuno e hanno orbite così estreme da essere considerate fossili cosmici. “La scoperta di Ammonite aggiunge un tassello al puzzle dei corpi ai confini del Sistema solare”, ha dichiarato Ying-Tung Chen.

Un’orbita che cambia le regole
Ammonite non è solo lontano: ha anche un’orbita opposta rispetto a quella degli altri sednoidi. Questa peculiarità ha stupito il team di ricerca, perché suggerisce una maggiore complessità nella dinamica dei corpi transnettuniani. “Il fatto che l’attuale orbita di 2023 KQ14 non sia allineata con quella degli altri tre sednoidi riduce la probabilità dell’esistenza del Pianeta Nove”, ha affermato Yukun Huang, coautore dello studio e membro del National Astronomical Observatory of Japan (Naoj). Secondo Huang, una possibilità è che il Pianeta Nove sia esistito in passato, ma che sia stato successivamente espulso dal Sistema solare, lasciando dietro di sé solo oggetti con orbite disallineate. In tal senso, Ammonite rappresenta una testimonianza fossile di un’epoca in cui la struttura orbitale del Sistema era ben diversa da quella attuale.
Simulazioni e ipotesi su un passato sconosciuto
Un’orbita stabile da miliardi di anni
Il team ha effettuato simulazioni numeriche sfruttando il cluster del Center for Computational Astrophysics del Naoj. I calcoli suggeriscono che Ammonite non ha subito significative perturbazioni gravitazionali negli ultimi 4,2 miliardi di anni. Questo dato implica che la sua orbita è rimasta sorprendentemente stabile, facendone uno degli oggetti più “puri” del Sistema solare.
Una configurazione orbitale comune perduta
Una delle simulazioni ha ipotizzato che Ammonite, Sedna e gli altri sednoidi avessero una configurazione simile in origine, forse determinata dalla presenza di un grande pianeta oggi scomparso. Secondo i ricercatori, questo scenario potrebbe spiegare la diversificazione estrema delle orbite oggi osservate. Il fatto che Ammonite si muova in una traiettoria così differente lo rende un candidato ideale per comprendere la formazione e l’evoluzione del Sistema solare esterno.
Una scoperta che riscrive la storia del Sistema solare
La scoperta di Ammonite è un invito alla prudenza e alla revisione dei modelli finora proposti. “Le proprietà orbitali di questo oggetto sono così diverse da rendere necessario riconsiderare molte delle ipotesi esistenti sul Sistema solare esterno”, concludono gli autori dello studio. Inoltre, le future campagne osservative – sempre più potenti e precise – potrebbero presto rivelare altri corpi simili, ampliando il nostro catalogo di oggetti transnettuniani estremi. L’interesse per questi “fossili” spaziali è destinato a crescere, poiché custodiscono informazioni preziose sui processi che hanno plasmato il nostro ambiente cosmico alle sue origini.
Fonte:
Discovery and dynamics of a Sedna-like object with a perihelion of 66 au
Ammonite, un fossile ai confini del Sistema solare – MEDIA INAF
