Indice
- 1 Il colpo di scena nel mondo dei chip IA: AMD fornirà 6 gigawatt di potenza a OpenAI e riceverà opzioni per il 10 per cento della società
- 2 Perché questo accordo scuote il mercato dei chip AI
- 3 AMD in ascesa: opportunità e ostacoli
- 4 Numeri, tempi e dettagli dell’intesa
- 5 Nvidia resta in vetta, ma il terreno trema
Il colpo di scena nel mondo dei chip IA: AMD fornirà 6 gigawatt di potenza a OpenAI e riceverà opzioni per il 10 per cento della società
La notizia ha scosso i mercati come un fulmine: AMD ha firmato un accordo pluriennale e multimiliardario con OpenAI per la fornitura di chip grafici dedicati all’intelligenza artificiale. Un’intesa colossale che prevede la consegna di unità per una potenza complessiva di 6 gigawatt, equivalenti al fabbisogno energetico di cinque milioni di abitazioni.
L’intesa, resa pubblica da entrambe le società, include anche un elemento finanziario non trascurabile: OpenAI riceverà warrant per 160 milioni di azioni AMD, pari a circa il 10 % del capitale, esercitabili a un prezzo simbolico di un centesimo, in base al raggiungimento di specifici obiettivi industriali.
La risposta di Wall Street è stata immediata: il titolo AMD ha registrato un balzo superiore al 24 %, portando il valore di mercato dell’azienda guidata da Lisa Su a livelli mai visti. L’accordo non è soltanto un colpo di teatro finanziario: è un cambio di paradigma nel cuore stesso dell’ecosistema AI, dove per anni Nvidia ha regnato incontrastata con oltre il 90 % del mercato dei processori dedicati.
Perché questo accordo scuote il mercato dei chip AI
Nel mondo dell’intelligenza artificiale, la potenza di calcolo è la nuova moneta. Chi la possiede domina. OpenAI, che basa i suoi modelli linguistici su infrastrutture sempre più energivore, ha scelto di diversificare i fornitori, rompendo la dipendenza da Nvidia. Per AMD, si tratta di una scommessa strategica che potrebbe trasformarla da comprimaria a protagonista. La società ottiene una commessa di scala globale e la possibilità di posizionarsi come alternativa reale al monopolio di Jensen Huang. OpenAI, invece, acquisisce accesso privilegiato alle prossime generazioni di GPU, le Instinct MI450, e una partnership tecnologica a lungo termine.
La mossa mette Nvidia di fronte a un rischio inedito: perdere il suo cliente più visibile e influente nel campo dell’AI generativa. E in un mercato dove ogni punto percentuale di quota vale miliardi, la pressione si fa sentire.
AMD in ascesa: opportunità e ostacoli
L’accordo con OpenAI potrebbe portare ad AMD entrate annuali a doppia cifra di miliardi, cambiando drasticamente le prospettive dell’azienda. Attualmente la società prevede ricavi per circa 32,7 miliardi di dollari, contro i 206 miliardi stimati per Nvidia.
Lisa Su ha definito la partnership “un punto di svolta per l’ecosistema AI”, sottolineando la volontà di costruire un’infrastruttura aperta e collaborativa. L’apertura di AMD ai protocolli condivisi, come gli standard di rete e di connettività, rappresenta una chiara sfida all’approccio chiuso di Nvidia, che protegge gelosamente tecnologie proprietarie come NvLink.
Tuttavia, la scalata sarà complessa. L’azienda dovrà gestire problemi di produzione, consumo energetico e capacità logistica su scala mai sperimentata prima. Gli analisti ricordano che “tra dichiarazioni e realtà ci passa sempre la catena di montaggio”: l’effettiva consegna dei chip, la stabilità delle reti e i tempi di rollout saranno determinanti per giudicare la solidità dell’accordo.
Numeri, tempi e dettagli dell’intesa
Le prime consegne dei nuovi processori AMD per OpenAI sono previste nella seconda metà del 2026, con un primo impianto dedicato da 1 gigawatt costruito e gestito dalla stessa OpenAI. I server Helios, che integreranno le GPU serie MI400, offriranno prestazioni comparabili ai sistemi NVL72 di Nvidia, ma con un vantaggio: alcune componenti di rete saranno open-source, favorendo l’interoperabilità con altri produttori.
L’intero pacchetto raggiungerà la capacità di 6 GW entro il 2028, assicurando ad AMD un flusso costante di ordini e consolidando la sua posizione come fornitore chiave per le infrastrutture AI globali. Dal punto di vista finanziario, i warrant concessi a OpenAI serviranno anche come incentivo a lungo termine: più AMD cresce, più OpenAI potrà esercitare le sue opzioni, creando un meccanismo di mutua dipendenza.
Nvidia resta in vetta, ma il terreno trema
Nonostante l’euforia, Nvidia non è affatto fuori gioco. La sua posizione resta dominante grazie a un vantaggio tecnologico accumulato in anni di investimenti e a una base software difficilmente replicabile.
Ma l’accordo AMD-OpenAI segna la fine dell’egemonia solitaria: il mercato dei chip AI sta entrando in una fase di pluralismo competitivo, in cui più attori possono coesistere. La mossa di Lisa Su non mira soltanto a strappare clienti, ma a ridisegnare l’architettura del potere nell’intelligenza artificiale. E per la prima volta da anni, la domanda “chi controllerà il futuro dei chip AI?” non ha più una sola risposta.
