Indice
- 1 Dagli abeti delle Dolomiti un segnale bioelettrico sincronizzato anticipa l’oscuramento del Sole: così le foreste si preparano all’eclissi
- 2 Un linguaggio segreto tra alberi antichi e giovani
- 3 Una rete biologica simile a un cervello collettivo
- 4 Un’orchestra silenziosa guidata dagli alberi più antichi
- 5 Lo studio e il documentario “Il Codice del Bosco”
Dagli abeti delle Dolomiti un segnale bioelettrico sincronizzato anticipa l’oscuramento del Sole: così le foreste si preparano all’eclissi
In una foresta delle Dolomiti, un gruppo di abeti rossi ha dimostrato una sorprendente capacità: anticipare l’arrivo delle eclissi solari. A rivelarlo è una ricerca condotta dall’Istituto Italiano di Tecnologia in collaborazione con la University of the West of England. I ricercatori hanno rilevato che, ore prima dell’evento, gli alberi iniziano a sincronizzare segnali bioelettrici che si diffondono tra individui diversi. Si tratta di vere e proprie comunicazioni che avvisano l’intero ecosistema. I segnali non sono casuali, ma organizzati in modo coerente, come se la foresta si stesse preparando a un cambiamento collettivo imminente. Una rete viva, silenziosa, ma straordinariamente reattiva.
Un linguaggio segreto tra alberi antichi e giovani
La ricerca ha evidenziato che gli alberi più vecchi reagiscono per primi. La loro risposta bioelettrica è più marcata e anticipata rispetto agli altri, a suggerire un ruolo guida nella foresta. Questo comportamento indica che gli individui più maturi conservano una sorta di memoria ambientale, accumulata in decenni di esistenza.
Secondo gli autori, queste “sentinelle verdi” potrebbero trasferire informazioni cruciali agli alberi più giovani, preparandoli a fronteggiare eventi come l’oscuramento del Sole. Un fenomeno che potrebbe avere implicazioni importanti per comprendere l’adattamento degli ecosistemi al cambiamento climatico e ad altri stress ambientali.
Una rete biologica simile a un cervello collettivo
Lo studio ha confermato l’esistenza di una sorta di “Wood Wide Web”, una rete di comunicazione vegetale che ricorda i comportamenti di gruppo osservati negli animali. La foresta si comporta come un sistema integrato, coordinando risposte collettive con un anticipo sorprendente. Le attività bioelettriche degli alberi si sincronizzano prima e durante l’eclissi in modo significativo. L’analisi è stata possibile grazie a sensori a basso consumo installati nella foresta, capaci di registrare ogni minima variazione elettrica. Gli studiosi hanno adottato strumenti di frontiera come teoria quantistica dei campi e misure di complessità per interpretare il fenomeno.
Un’orchestra silenziosa guidata dagli alberi più antichi
“Non vediamo più la foresta come un semplice insieme di individui, ma come un’orchestra con fasi correlate”, ha dichiarato il primo autore, Alessandro Chiolerio. La scoperta cambia radicalmente la nostra comprensione degli ecosistemi forestali, spostando l’attenzione dalle singole piante al comportamento della comunità.
In questo sistema integrato, gli alberi più vecchi assumono il ruolo di memoria vivente: proteggere queste “banche biologiche” diventa un obiettivo cruciale. “Il fatto che rispondano per primi suggerisce che possano guidare la risposta dell’intera foresta”, ha spiegato Chiolerio, sottolineando l’urgenza di preservare le foreste antiche per garantire la resilienza degli ecosistemi.
Lo studio e il documentario “Il Codice del Bosco”
La ricerca è stata pubblicata sulla rivista scientifica Royal Society Open Science ed è anche al centro del documentario “Il Codice del Bosco”. Il film racconta le fasi dell’esperimento e documenta con immagini suggestive il comportamento degli abeti rossi durante l’eclissi. L’obiettivo degli scienziati è ora estendere gli studi ad altri ecosistemi per verificare se questa capacità è diffusa anche in ambienti diversi. “Stiamo solo iniziando a comprendere la complessità del comportamento vegetale”, ha concluso la coautrice Monica Gagliano, secondo cui la foresta “non è silenziosa, solo usa un linguaggio che finora non riuscivamo a decifrare”.
Fonti: